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Cibi ultra-processati e cibi spazzatura

Diversi studi evidenziano come i cibi ultra-processati non facciano parte di una dieta sana, siano altamente infiammatori e determinino rischi per la salute, sia fisica che mentale

Diversi studi evidenziano come i cibi ultra-processati non facciano parte di una dieta sana, siano altamente infiammatori e determinino rischi per la salute, sia fisica che mentale.

Ma quali sono i cibi ultra-processati? Sono considerati ultra-processati quegli alimenti che contengono sostanze che normalmente non vengono utilizzate in cucina.

Sostanze come sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, oli idrogenati o additivi progettati per rendere il prodotto finale più appetibile (esaltatori del gusto, coloranti, aromi, emulsionanti, dolcificanti, etc.). Gli alimenti ultra-processati sono per lo più prodotti ad alto contenuto calorico, ricchi di zuccheri, grassi non salutari, sale e poveri di fibre alimentari, vitamine e minerali. Inducono un rapido assorbimento di zucchero, scarsa sazietà e favoriscono un ambiente intestinale che favorisce un microbiota che promuove diverse forme di malattie infiammatorie.

I cibi ultra-processati, che includono snack confezionati, bibite zuccherate, piatti pronti e prodotti da forno industriali, hanno un impatto significativo sulla salute umana. Questi alimenti sono stati associati a una varietà di problemi, tra cui obesità, malattie cardiovascolari e disturbi gastrointestinali oltre che a decadimento mentale. Gli emulsionanti agiscono favorendo la soluzione dei grassi in acqua in alimenti come salse, creme e prodotti da forno.

Tra gli emulsionanti più comuni ci sono la lecitina, i mono e digliceridi degli acidi grassi, il polisorbato 80 (P80) e la carbossimetilcellulosa (Cmc). Questi composti possono interagire con il muco intestinale e alterare la barriera epiteliale intestinale, contribuendo a infiammazioni e a condizioni come la sindrome dell'intestino irritabile (Ibs) e le malattie infiammatorie intestinali (Ibd).

La barriera intestinale è cruciale per impedire il passaggio di batteri, tossine o cibi non adeguatamente digeriti nel flusso sanguigno. Quando la sua funzione viene meno si parla di «leaky gut» o permeabilità intestinale, condizione associata a un'infiammazione cronica e all'insorgenza di malattie del sistema immunitario.

Gli emulsionanti si trovano in moltissimi alimenti confezionati, come prodotti a base di panna o latte, confetture, biscotti, gelati, gelatine, pasta fresca, pasta precotta, riso a cottura rapida, fette biscottate e altri alimenti a base di cereali, anche e soprattutto in alimenti per bambini. Alimenti ultra-processati e declino cognitivo.

Uno studio pubblicato sull’autorevole rivista Jama, nel quale sono stati inclusi più di 10.000 partecipanti con età media di circa 50 anni, seguiti per un periodo di 8 anni, ha evidenziato come il consumo di oltre il 20% delle calorie giornaliere totali provenienti da alimenti ultra-elaborati è stato associato a un declino marcatamente più rapido delle funzioni cognitive come memoria, attenzione e apprendimento.

Se si pensa come già oggi, più della metà dell’energia assunta con gli alimenti, nei paesi ad alto reddito come gli Stati Uniti, deriva da alimenti ultra-processati, si capisce quale può essere il rischio per la salute mentale della popolazione. Cibo spazzatura e allergie nei bambini. Nei bambini, oltre a essere tra i primi responsabili di obesità e sovrappeso, si è scoperto che i cibi ultra-processati come merendine, snack, wurstel, bibite analcoliche zuccherate, dolci elaborati etc., facilitano la comparsa di allergie alimentari e intolleranze, sempre attraverso l’infiammazione intestinale che essi generano.

In uno studio italiano, pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, effettuato su più di 100.000 bambini, si è visto come le allergie alimentari fossero aumentate del 34% nell’ultimo decennio, e soprattutto che nei bambini sotto i 3 anni la situazione è peggiorata nettamente. Il dottor Roberto Berni Canani, primario di pediatria dell’università Federico II di Napoli, a capo del team che ha eseguito lo studio, evidenzia come «secondo uno studio recente condotto negli Usa, il 67% delle calorie della dieta di un bambino proviene ormai da alimenti ultra-processati. Succede negli Stati Uniti, ma è una tendenza in forte crescita anche in Italia».

Nei pazienti pediatrici che avevano sviluppato allergia alimentare, il consumo di cibo ultra-processato era quasi il doppio rispetto a quello dei bambini sani. Il consiglio è quindi di ridurre il più possibile, compatibilmente con i tempi a disposizione, organizzandosi, il consumo di alimenti commerciali ultra-processati, favorire il consumo da parte dei nostri bambini di alimenti freschi e ricchi di frutta, verdure, olio d’oliva, pesce e legumi. La torta della nonna è chiaramente consentita.

Fabio Diana

Specialista in Medicina Interna e Medicina dello Sport

www.fabiodiana.it

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