Ricerca in Trentino, ecco i tagli: -10%
La Provincia con l'assestamento del bilancio 2014 taglierà del 10% il budget destinato alla ricerca. Lo ha annunciato ieri l'assessora provinciale alla ricerca e all'università, Sara Ferrari, nel corso di una audizione nella commissione cultura e ricerca del consiglio provinciale. L'assessora ha precisato che la Provincia spende il 2% del bilancio in ricerca scientifica e che il budget per il 2014 sarà di 350 milioni di euro, comprensivi dei trasferimenti all'Università di Trento
La Provincia con l'assestamento del bilancio 2014 taglierà del 10% il budget destinato alla ricerca. Lo ha annunciato ieri l'assessora provinciale alla ricerca e all'università, Sara Ferrari, nel corso di una audizione nella commissione cultura e ricerca del consiglio provinciale. L'assessora ha precisato che la Provincia spende il 2% del bilancio in ricerca scientifica e che il budget per il 2014 sarà di 350 milioni di euro, comprensivi dei trasferimenti all'Università di Trento.
Vista la contrazione delle risorse, l'assessora Ferrari ha spiegato che la Provincia vuole cercare di «semplificare e razionalizzare il quadro di chi lavora nel settore della ricerca in Trentino, contrassegnato anche da situazione di assoluta eccellenza, ma talvolta fin troppo ramificato». «Vogliamo rilanciare il tavolo già previsto in legge - ha detto - che deve far interagire gli attori insieme e promuovere una migliore efficienza ed economicità del sistema. Dobbiamo anche raccontare meglio quel che viene fatto e far capire ai cittadini quali sono i risultati ottenuti con la ricerca. Altra necessità che ho individuato è quella di rafforzare la struttura interna alla Provincia, per metterla in condizione di governare al meglio la complessa materia». L'assessora ha parlato anche di Trento Rise, soggetto «che trasferisce la ricerca» e va ricollocato meglio nel sistema. E poi di Università a cui la Provincia destina quest'anno 118 milioni di euro. C'è un problema non risolto: l'Università non riceve i fondi incentivanti statali, perché lo Stato ritiene che dopo il trasferimento delle competenze sull'ateneo alla Provincia, faccia capo a questa il 100% del suo sostegno. «Posto che il fondo-base spetta alla Provincia, - ha ribadito Ferrari - noi sosteniamo invece che la recente norma di attuazione non escluda affatto l'accesso di Trento al fondo speciale. Questo è chiaramente l'ennesimo fronte di contenzioso Stato-Provincia in materia finanziaria. La settimana prossima la rettrice sarà a Roma per affrontare questo problema e noi sosteniamo l'Università».
Riguardo al centro di protonterapia, si è sottolineato che non ha solo funzioni medico-terapeutiche, ma anche utilizzi per la ricerca applicata, in particolare nei campi della biologia e dell'attività spaziale (può simulare ad esempio l'effetto di determinate radiazioni sull'uomo, le stesse che s'incontrano fuori dall'atmosfera terrestre).
Fra i consiglieri provinciali è intervenuto il capogruppo del Patt, Lorenzo Baratter , secondo il quale va rafforzata «l'idea che serva spiegare meglio ai trentini come l'investimento in ricerca sia stato fin qui scelta lungimirante e vincente». Il dirigente Mariano Anderle ha spiegato che in provincia di Bolzano l'innovazione tecnologica è più avanti che in Trentino, nonostante la Provincia investa meno della metà in ricerca pubblica, perché a fare la differenza è il tessuto industriale e la sua propensione al nuovo. Rispondendo a Gianpiero Passamani (Upt), l'assessore Ferrari ha spiegato che le risorse finanziarie stanno calando, ragion per cui o si semplifica il sistema della ricerca facendolo costare meno o si rischia di farlo saltare. La presidente della commissione, Lucia Maestri (Pd) ha lamentato l'assenza delle minoranze in commissione, auspicando che «non ci sia sottovalutazione del problema-ricerca». Ha esortato infine l'assessore a dare dignità a questo settore anche assicurando a chi vi lavora contratti di lavoro adeguati. Sul punto, Ferrari ha ricordato che proprio ieri ha incontrato i sindacati per affrontare la questione.