Dalla Provincia alle paritarie 52 milioni di euro ogni anno
Sull'onda delle polemiche legate al caso della professoressa lesbica allontanata del Sacro Cuore, sono state molte le richieste alla Provincia di sospendere i finanziamenti alle scuole «non pubbliche». Ecco quindi tutti i numeri: per l'anno scolastico 2013 - 2014 le scuole paritarie hanno incassato quasi 52 milioni di euro, 40 dei quali fanno riferimento alla formazione professionale. Il Sacro Cuore ha ricevuto oltre due milioni di euro, tra contributi per la gestione, per il personale di servizio e per gli arredi della scuola
Quasi 52 milioni di euro. A tanto ammontano i finanziamenti, a vario titolo, assegnati per l'anno scolastico 2013-2014 ai diciassette istituti paritari trentini da parte della Provincia.
Il caso della docente a cui l'Istituto Sacro Cuore di Gesù non avrebbe rinnovato il contratto a causa della sua omosessualità ha risollevato il dibattito politico sui soldi concessi ogni anno alle scuole private riconosciute e sulla verifica del rispetto delle norme - anche costituzionali - per il mantenimento del riconoscimento. Lo scontro tra sostenitori e avversari delle paritarie è sempre latente e vale dunque la pena di cercare di fare un po' di chiarezza sull'argomento.
Contributi per la gestione in calo
In 5 anni, i contributi assegnati in conto gestione (con una quota per alunno iscritto che varia tra elementari e medie), sono calati da 11 milioni 760 mila euro dell'anno 2009-2010 a 9 milioni 340 mila euro dell'anno 2013-2014. I dieci istituti paritari gestori di 19 tra elementari, medie e superiori hanno incassato quest'anno dunque oltre 2,3 milioni in meno di 5 anni fa. Non per un calo di iscrizioni, rimaste praticamente stabili (3.660 gli alunni nei tre cicli), ma per una riduzione progressiva del contributo assegnato per ogni iscritto. Dunque, la Provincia non ha attuato «tagli» solo sulle scuole pubbliche, ma anche sulle private riconosciute.
I centri di formazione professionale
Sono sette le scuole private riconosciute che incassano gran parte dei soldi pubblici destinati alle istituzioni formative paritarie: quest'anno poco più di 40 milioni, assegnati in base alle ore attivate. Ma va detto che impropriamente si tratta di contributi, dal momento che queste scuole - a differenza di quelle citate nel paragrafo precedente - svolgono un'azione formativa praticamente unica nel panorama provinciale. Percorsi professionalizzanti spesso non attivi nelle scuole superiori pubbliche e la cui attuazione è assegnata direttamente dalla Provincia in base a una legge del 2006 e spesso cofinanziata dal Fondo sociale europeo.
Per fare solo alcuni esempi: i percorsi di alta formazione professionale per l'edilizia, l'energia e l'ambiente e per la ristorazione dell'Enaip che opera su nove sedi a che fa la parte del leone portando a casa nel 2013-2014 20,6 milioni; i corsi per parrucchiera, estetista e operatore sociosanitario dell'Opera Barelli, che quest'anno ha preso 5.889.900 euro; quello per operatori dell'abbigliamento del Centromoda Canossa a cui sono andati 1.894.891 euro; i corsi per operatore grafico e tecnico grafico multimediale dell'Istituto Artigianelli a cui sono andati 2.219.222 euro; i corsi per odontotecnici dell'Oxford-De Carneri di Civezzano a cui sono stati assegnati 618.627 euro. In questi casi, dunque, si tratta di un arricchimento dell'offerta formativa provinciale.
Gli altri «aiuti»
Ai finanziamenti per la gestione, assegnati agli istituti paritari, ne vanno aggiunti altri, diretti e indiretti: ad esempio, quelli che consentono di pagare insegnanti di sostegno e facilitatori della comunicazione, necessari per seguire alunni con vari problemi: nell'ultimo anno scolastico, per questo capitolo sono stati impegnati e liquidati 1.319.052 euro. O i contributi per l'acquisto e il rinnovo di arredi e attrezzature, ovviamente variabili a seconda degli anni, e ammontanti quest'anno a 197.372,87 euro. Infine, nel conto vanno inseriti anche gli assegni di studio liquidati a 1.383 alunni per un totale di 885.043 euro: assegni utili per pagare le rette delle scuole paritarie, che ovviamente ne beneficiano. Se non fossero liquidati, infatti, molti di questi studenti frequenterebbero le scuole pubbliche.