Albere, un calendario per dare un'anima al quartiere
Il quartiere che non c'è cerca una propria identità. Le Albere, sorte accanto alla villa fortezza omonima dei principi vescovi Madruzzo sulle ceneri della Michelin - il fabbricone che ha dato lavoro per decenni a migliaia di trentini contribuendo a inseguire il sogno industriale di un'intera provincia di montagna - è costato un occhio della testa, è stato firmato dall'archistar Renzo Piano ma, di fatto, socialmente non esiste. Si tratta piuttosto di un agglomerato di condomini di ultima generazione, ad alto risparmio energetico e concepiti per il vivere bene e, non a caso, in grado di mescolare vintage con futuro.
Ma di anima, purtroppo, non c'è proprio traccia. Ecco, dunque, che tocca a chi ci vive e ci lavora cercare di trasformare questo borgo di legno, vetro e cemento in un villaggio vivibile, assimilabile ad un borgo umano fatto, più che di materiali ancorché «eco», di relazioni, sorrisi e strette di mano.
La scommessa del Caffè Dersut, uno degli esercizi commerciali che ha voluto scommettere su questo polo urbano promosso a più non posso dai creatori e dall'ente pubblico, va in questa direzione e la prima mossa è stata economicamente a buon mercato ma simbolicamente di alto livello: un calendario del 2015, rigorosamente da appendere al muro, con le foto di clienti, residenti, impiegati degli uffici, giocatori di basket e volley, lavoratori, operai impegnati a completare le Albere compresi: tutta gente che, per le più svariate ragioni, bazzica nella zona.
Nel calendario che ci accompagnerà per i prossimi dodici mesi, ovviamente tutti rigorosamente griffati Dersut, appaiono dunque coloro che, con la sola presenza, contribuiscono a rendere le Albere un quartiere, quello che sembra faticare a diventare.
Insomma, un'iniziativa dal basso partita per colmare una lacuna pubblica visto che la macchina del capo si è limitata a lanciare la rinascita della fabbrica trasformata in alloggio di classe ma senza considerare che ogni angolo di pianeta, topaie comprese, è reso vivo e reale da chi ci vive quotidianamente, ricco o povero che sia.