Bimba di nove anni curata con i protoni, la prima in Italia
Da Roma a Trento per vincere la sua battaglia
In ritardo di qualche mese rispetto a quanto programmato i primi bambini bisognosi di cure oncologiche sono arrivati in questi giorni nell'appartamento di via Muredei messo a disposizione dalla Lilt, Lega italiana lotta per i tumori. Sono i primi bambini in lista per essere curati presso il centro di Protonterapia, dove giovedì si è svolta la prima seduta di trattamento per un piccolo paziente laziale. I bambini sono arrivati in città insieme ai loro genitori pieni di aspettative e speranze per il percorso che dovranno intraprendere.
Il primo bimbo di 6 anni è giunto da Foggia. L'altra bambina, arrivata da Roma, è giunta da pochi giorni. La bambina, 9 anni e affetta da cordoma, rara forma di tumore che insorge di solito ai due estremi della colonna vertebrale, con un'incidenza dello 0,5 per milione di persone, ha iniziato per la prima volta in Italia un trattamento con protonterapia, una forma di radioterapia basata su fasci di protoni, anzichè di fotoni, più precisa e meno dannosa per i pazienti. L'innovativa soluzione terapeutica è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e l'Azienda provinciale per i Servizi Sanitari di Trento.
La terapia con protoni rappresenta un approccio all'avanguardia per il trattamento dei tumori. Nel mondo sono 48 i centri che la utilizzano. Si tratta di una metodica efficace almeno quanto la radioterapia classica, ma con minori effetti tossici a lungo termine. La piccola paziente, seguita dall'equipe del professor Franco Locatelli, responsabile dell'Oncologia pediatrica del Bambino Gesù, prima di poter essere sottoposta a protonterapia, ha effettuato un complesso percorso diagnostico e clinico, culminato con l'asportazione chirurgica di una porzione del tumore che aveva alla base del cranio.
"Si tratta di una tecnica - spiega la dottoressa Angela Mastronuzzi, neuro-oncologa pediatra del Bambino Gesù - che soprattutto nei bambini comporta meno effetti collaterali a lungo termine, poiché permette di risparmiare quanto più possibile i tessuti sani che non sono stati colpiti dal tumore. I protoni, infatti, hanno la peculiarità di rilasciare energia direttamente nella sede del tumore, senza compromettere i tessuti sani intorno".