«Soldi per una bimba malata» Ma è una truffa al parroco
La generosità è sempre stata uno dei suoi tratti distintivi. Chi bussa alla porta di questo anziano sacerdote trentino sa di trovare una persona pronta ad aiutare. E così, quando i due uomini gli hanno chiesto del denaro per curare una bambina malata il sacerdote non si è tirato indietro ed ha messo mano al portafoglio. Peccato che il denaro, invece di essere destinato alla nobile causa, sia finito nelle loro tasche.
In due - Cristiano Ruffin, 43 anni , originario della provincia di Novara e Samuele Piovan, 42 anni, di Varese - sono finiti a processo per truffa e ieri mattina il giudice Enrico Borrelli li ha condannati a 9 mesi di reclusione e 150 euro di multa (Piovan è stato invece assolto dall’accusa di furto).
I fatti approdati in tribunale risalgono all’estate del 2013. Come ricostruito nel capo di imputazione i due avrebbero convinto l’anziano sacerdote a mettere mano al portafoglio facendo leva su una storia toccante. Hanno spiegato che c’era una bimba gravemente malata ricoverata all’ospedale di Monaco che necessitava di cure urgenti. I due, a quanto pare, erano pronti a fornirle i mezzi necessari, ma per farlo dovevano sbloccare le pratiche relative all’incasso di una sostanziosa eredità. Il sacerdote, vista l’urgenza prospettata dai due, ha deciso di consegnare loro varie somme di denaro. Secondo quanto ricostruito dall’accusa prima il sacerdote, tra luglio e settembre, ha consegnato loro denaro in contante, per una somma pari a 1000 euro (ritirati dal 43enne). Poi ha firmato tre assegni: quelli da 382 e 400 euro sarebbero stati incassati da Ruffin, mentre l’altro, pari a 1.930 euro, secondo l’accusa, venne consegnato e posto all’incasso da Piovan. Alla fine, dunque, il raggiro avrebbe fruttato oltre 3.700 euro.
Quando il sacerdote ha capito che il denaro non serviva ad aiutare una bimba malata ma solo ad arricchire i due impotati era era ormai troppo tardi e al religioso non è rimasto altro da fare che sporgere denuncia in questura.
Qualche mese dopo, a novembre 2013, il sacerdote è stato vittima di un altro spiacevole episodio. All’uscita da una chiesa in città, come ha ricostruito lui stesso davanti agli agenti della squadra mobile, è stato avvicinato da due persone. Uno si è presentato come avvocato, mentre l’altro si sarebbe qualificato come funzionario di polizia. I due uomini gli hanno fatto credere che era sorto un problema in ordine ad un assegno da 1.930 euro che portava la sua firma. A quel punto il presunto avvocato è entrato con lui in casa, dove gli ha mostrato l’assegno, prospettandogli la restituzione della somma, attraverso accredito bancario, visto che la cifra a suo tempo richiesta non era corretta. Mentre il sacerdote era impegnato in questa conversazione qualcuno è entrato in casa e ha rubato una cassetta metallica con 100 euro e documenti personali. Quella persone, per l’accusa, era Piovan, dunque uno dei due due autori della truffa. Ma il giudice ha invece assolto l’uomo dall’accusa di furto per non avere commesso il fatto.
Per entrambi i quarantenni, invece, è arrivata la condanna per la truffa.