Domani medici in sciopero A rischio visite ed esami
Possibili disagi in vista anche in Trentino per lo sciopero nazionale di domani dei medici del servizio sanitario nazionale. Lo comunica l’Azienda provinciale per i servizi sanitari che ha disposto la costituzione dei contingenti minimi di personale, «così da garantire i servizi pubblici essenziali a salvaguardia dei diritti delle persone».
Per quanto riguarda l’attività ordinaria (visite ambulatoriali, esami specialistici, prelievi del sangue), si potrebbero registrare disservizi in relazione al numero degli aderenti allo sciopero, precisa l’Azienda sanitaria.
«Renzi, dove sei?». Si rivolgono direttamente al premier i medici italiani che domani scenderanno in piazza per una giornata di sciopero generale in difesa del Servizio sanitario nazionale e contro i tagli delle prestazioni erogate ai cittadini: a rischio, per la protesta che interessa oltre 200mila camici bianchi, sarebbero 2 mln di prestazioni tra visite ed esami e fino a 40mila interventi chirurgici, mentre saranno garantite le urgenze.
Una giornata in cui medici ospedalieri, di famiglia, pediatri, dirigenti sanitari e veterinari pubblici rivendicheranno, uniti, «la dignità della professione», dicendo ‘nò alla «indifferenza del governo ai problemi della sanità». «Indifferenza confermata», denunciano i medici, dalla notizia data dagli stessi sindacati nel corso della conferenza stampa convocata oggi per ribadire i motivi dello sciopero: saltano dalla Legge di Stabilità l’emendamento per le assunzioni del personale sanitario e le norme per la responsabilità medica, tanto attese dalla categoria.
Un dietro front che le associazioni dei camici bianchi considerano grave, annunciando centinaia di ricorsi per l’inevitabile mancato rispetto dell’orario di lavoro stabilito dalle norme Ue, che le nuove assunzioni avrebbero dovuto scongiurare. Ma, in serata il responsabile Sanità del Pd, Federico Gelli, rassicura: «Stiamo riformulando l’emendamento per garantire la possibilità che, con l’inizio dell’anno, le regioni possano avviare campagne di assunzioni di personale» e si «stanno cercando le risorse».
L’emendamento al quale il governo sta lavorando, spiega, «prevede che le Regioni pianifichino entro febbraio il fabbisogno di assunzioni rispetto alla copertura h24 dei servizi. Quindi, entro la data che verrà definita, avranno la possibilità di indire concorsi che dovrebbero essere espletati entro fine 2016».
Quanto alle ragioni dello sciopero, «stiamo lanciando un grido d’allarme ai cittadini - ha affermato il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo - perchè, in mancanza di un progetto nazionale di sostenibilità dell’Ssn, si avrà una drastica diminuzione delle prestazioni per i cittadini stessi, che presto potrebbero doversi trovare a constatare che il Servizio sanitario pubblico non c’è più, ed è stato pienamente sostituito dai privati».
Ma la lotta andrà oltre il 16 dicembre: «A gennaio ripartiremo - annuncia Milillo - con altri due giorni di sciopero». Chiaro il messaggio all’esecutivo: «Non molleremo - avvertono i sindacati - finchè il governo non accetterà di incontrarci per lavorare ad un piano che sia condiviso». E sempre i medici di famiglia annunciano che metteranno in atto anche altre forme di protesta, a partire dal mancato invio dei certificati di malattia all’Inps e delle dichiarazioni delle prestazioni al Ministero dell’Economia.
Anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) di dice «vicina» ai professionisti che aderiscono allo sciopero. Il punto, conclude il segretario del maggiore dei sindacati dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed, Costantino Troise, è che «si mira a smantellare la Sanità pubblica con i suoi professionisti».