Va in pensione, ma continua a lavorare gratis in Provincia
Annamaria Chistè ha lasciato il lavoro a novembre, ora deve gestire il passaggio delle consegne
Chiamatela gratitudine, o più semplicemente riconoscenza. Certo, non accade tutti i giorni che uno vada in pensione dall'ente pubblico e poi si renda disponibile, a tempo, a continuare a collaborare in modo gratuito. «Niente di strano, niente di particolare» dice lei. Lei è Annamaria Chistè , che dal primo novembre scorso è titolare di pensione di anzianità. Dopo 42 anni di lavoro, finalmente in pensione. Ma anche questa settimana è passata in ufficio. Va spiegato che la signora Chistè ha passato gli ultimi quindici anni al Dipartimento infrastrutture e mobilità della Provincia.
La prestazione che offre gratis è regolarizzata da un vero e proprio contratto, con cui la ex dipendente del Dipartimento della Provincia «accetta di prestare, occasionalmente e sporadicamente, la propria attività di collaborazione gratuita, avente per oggetto prevalentemente la gestione dell'archivio documenti, della formazione e del budget per il personale del medesimo Dipartimento, precedentemente da lei gestite, per lo svolgimento delle quali non è stato al momento possibile individuare altra persona appartenente alla struttura».
È proprio questo il punto: gestire il passaggio di consegne. Tre ore al mattino per tre giorni alla settimana è l'orario indicativo fissato dal contratto. Per un anno, a partire dal primo gennaio, «con facoltà di recedere unilateralmente dal contratto in qualsiasi momento». «Troveremo un sostituto nei prossimi mesi, ci sono i tempi tecnici del concorso, ma intanto il suo contributo è prezioso» spiega il dirigente del dipartimento, l'ingegner Raffaele De Col , che le ha firmato il contratto «è un Dipartimento con 900 dipendenti e lei gestisce i bandi del personale, i corsi di formazione, l'archivio, il budget, gli obiettivi e le schede di valutazione».
È il primo caso di prestazione gratuita in Provincia? «No» risponde De Col «lo aveva fatto anche l'ingegner Claudio Tiso , a metà anni Duemila, per un certo periodo dopo il pensionamento. È come riconoscere che ti sei trovato bene, speriamo ce ne siano altre». Annamaria Chistè ha passato i primi anni di lavoro agli allora Istituti ospedalieri di Trento, poi con concorso è passata in Provincia. «Ho lavorato anche con l'assessore Micheli, poi con il dirigente Bortolotti ai lavori pubblici, quindi con De Col. Con il quale, lo dico pubblicamente, ho imparato moltissimo. Ho ricevuto tanto dal mio lavoro».
Con la pensione c'è tutto il tempo per andare a trovare le due nipotine, fuori provincia, ma anche di studiare: la signora Chistè frequenta l'Istituto di scienze religiose. In Provincia ha fatto carriera, dal quarto al settimo livello, e con impegno ottenuto il diploma di ragioneria frequentando le serali. «Devo ringraziare il dirigente che mi ha spronato a studiare e a formarmi» dice «il mio è solo un atto di cortesia. Nient'altro. E conto di smettere prima dell'anno previsto dal contratto, perché la cosa più importante è che ci sia un posto di lavoro a disposizione». Continuerà, come sempre, a prendere l'autobus da Gardolo, dove vive, per arrivare nell'ufficio di via Gazzoletti.
C'è una morale? «Semplicemente vorrei dire che ci sono tanti giovani che hanno voglia di lavorare. È però importante che, quando vengono assunti, trovino dirigenti in grado di valorizzarli, dedicando loro del tempo. Ci passi una vita in ufficio e, se sei considerato una persona, ci guadagnano tutti, a cominciare dall'ente per cui lavori».