Due ore di lezione in più alle scuole elementari Genitori mobilitati: «Ci sottraggoni i figli»
«Non è possibile che dalla scuola ci vengano sottratti i figli» dice Dario Maestranzi, consigliere comunale del Patt a Trento. «Per gli insegnanti è una scelta positiva, l’avevano richiesto con l’appoggio di noi dirigenti» spiega Stefano Kirchner, al vertice dell’Istituto comprensivo «Trento 7».
La decisione è quella di passare nella scuola primaria, dal prossimo anno scolastico 2017-’18, da 26 a 28 ore obbligatorie, riducendo quelle facoltative da 4 a 2. In sede di approvazione delle legge sulla «buona scuola» trentina, lo scorso giugno, è stata Manuela Bottamedi del Gruppo Misto, a chiedere, d’intesa con il presidente-assessore all’istruzione Ugo Rossi, la riduzione delle ore facoltative da 4 a 2, «per recuperare ore curricolari obbligatorie». E l’emendamento è stato approvato all’unanimità.
La nuova legge va a modificare il regolamento stralcio per la definizione dei piani di studio provinciali relativi al primo ciclo di istruzione (previsto dalla Legge Salvaterra 5/2006), approvato con delibera (assessora Marta Dalmaso) nel maggio 2010. È il regolamento che, per le elementari, stabilisce che «in aggiunta al tempo scuola dedicato agli insegnamenti obbligatori, le istituzioni scolastiche nel progetto d’istituto prevedono attività opzionali facoltative per ulteriori 132 ore annuali, pari a quattro ore settimanali, e fino a ulteriori 10 ore settimanali per assicurare le attività di pensa e interscuola».
Dal prossimo anno, le ore per le attività opzionali saranno quindi dimezzate. In pratica uno dei due pomeriggi oggi facoltativi diventerà obbligatorio, e le famiglie che oggi ritirano il bambino subito dopo mezzogiorno, prima della mensa, non potranno più farlo. Online, via Facebook, tra i genitori è già partita una raccolta di firme «contro l’aumento delle ore alla primaria».
Viene ricordato che già nel 2008, per contrastare la Legge Salvaterra che aveva portato il monte ore obbligatorio da 26 a 30, «un movimento spontaneo e non organizzato di ben 1.600 genitori aveva risposto chiedendo e firmando un documento nel quale chiedeva al Consiglio provinciale il mantenimento del tempo scuola allora in vigore, e cioè sia le 26 ore obbligatorie più altre opzionali, sia il tempo pieno, in modo da garantire la libertà di scelta e di educazione alle famiglie». Al mantenimento delle 26 ore si arrivò anche grazie all’approfondimento fatto da una commissione di esperti. «Oggi» denunciano i genitori «facendosi beffa degli esperti, per decisione meramente politica, il tempo scuola obbligatorio è salito a 28 ore».
Dario Maestranzi argomenta: «Se le famiglie hanno bisogno di aiuto dall’istituzione, va benissimo. Ma chi è nelle condizioni, per vari motivi, scelta di vita e possibilità, di tenere a casa i figli, lo deve poter fare. Io sono cresciuto con una maestra sola, e fu una scuola di eccellenza. I bambini devono avere pomeriggi liberi e creativi, hanno un diritto alla noia, e non è possibile che qualcuno decida di educare i nostri figli al posto nostro. Tenere bambini di 6-8 anni per otto ore tra quattro mura è un assurdo: sfido qualsiasi pedagogo a dimostrare il contrario».
Maestranzi, che ha due bambine iscritte alle Nicolodi, ha interpellato la dirigente: «Le ho chiesto di fare un’assemblea per spiegare le motivazioni delle due ore obbligatorie in più. Gentilmente, mi ha risposto che sono una mosca bianca, che registra la mia richiesta e ne parlerà nel Consiglio di istituto...». Ugo Rossi ha sbagliato? «Per me non è giusto che i figli vengano sottratti alla famiglia. Un politico dovrebbe affiancare decisioni di questo tipo con uno studio accurato, sottoscritto da educatori. Sono cose serie».
«La prima motivazione per il recupero di due ore obbligatorie» dice Stefano Kirchner «deriva all’aumento di tre ore obbligatorie per il Clil. La preoccupazione degli insegnanti, condivisa da noi dirigenti, era quella di non avere un tempo scuola sufficiente per le materie fondamentali dell’area linguistica, italiano in testa, e dell’area logico-matematica». L’Istituto «Trento 7» comprende i due plessi delle elementari a Gardolo, Pigarelli e Sant’Anna, più i due plessi di Meano e Vigo Meano.
«Per noi non cambia molto» spiega Kirchner «perché, con differenze da plesso a plesso e da classe a classe, l’adesione alle attività facoltative nelle due ore del martedì pomeriggio è quasi totale, tanto che non abbiamo organizzato il servizio di trasporto, mentre il venerdì pomeriggio circa la metà dei bambini va a casa. Il Consiglio di istituto ha quindi deciso di rendere obbligatorie, dal prossimo anno, le due ore pomeridiane del martedì, lasciando facoltative quelle del venerdì. Oggi, il problema si pone quando manca anche un solo bambino nelle opzionali, perché l’insegnante deve proporre un’attività diversa da quelle obbligatorie. Nelle opzionali c’è un po’ di tutto: musica, attività artistico-espressive... Informeremo i genitori con una circolare. Ma non credo ci siano problemi. Da noi l’utenza ha sempre chiesto il tempo pieno».