Fra oggi e domani il nome del nuovo premier Ecco la lista di tutti gli impegni del nuovo Governo
Mattarella ha detto che serve una legge elettorale per garantire il corretto funzionamento di Camera e Senato. Ha ribadito che l’Italia ha davanti una serie di impegni da superare e di ostacoli che devono essere superati. Ecco di cosa si dovrà occupare il nuovo presidente del Consiglio
Nascerà in modo lampo il nuovo governo. La rivelazione del nome del nuovo premier è atteso tra oggi e domani. Secondo indiscrezioni, dovrebbero essere moltissime le riconferme dei ministri del governo Renzi.
L’unica casella di peso che dovrebbe essere sostituita con certezza, sarà quella del ministero degli Esteri se Paolo Gentiloni, dato in pole per la carica di presidente del consiglio, diventerà il nuovo premier. Al suo posto, i rumors accreditano tra gli altri l’ex sindaco di Torino Piero Fassino o, in una soluzione interna, il segretario generale della Farnesina, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni: molto stimata dal nuovo premier. Ma anche Carlo Calenda, molto legato a Renzi, viene accreditato tra i possibili titolari degli Esteri.
Dovrebbero restare al loro posto, sempre secondo le voci che stanno circolando in queste ore, le due ministre che nel governo uscente sono state molto sotto i riflettori: la titolare delle Riforme Maria Elena Boschi, al quale il leader Pd avrebbe chiesto di rimanere, e il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, con l’obiettivo di concludere i decreti attuativi della riforma della Pubblica Amministrazione.
Inamovibile, per unanime valutazione di tutti, Pier Carlo Padoan che ha in mano i dossier più scottanti del nuovo governo.
Ieri Mattarella ha detto che serve una legge elettorale per garantire il corretto funzionamento di Camera e Senato. Ha ribadito che l’Italia ha davanti una serie di impegni da onorare e di ostacoli da siperare. Vediamo allora di cosa stiamo parlando.
LE LEGGI IN STAND BY IN PARLAMENTO
Tra i testi per ora «congelati» c’è il «Ddl povertà» del ministro Giuliano Poletti, approvato dalla Camera il 14 luglio e in corso di esame in commissione Lavoro al Senato.
Non solo. Tra i provvedimenti economici in attesa di via libera c’è anche il «Jobs Act per gli autonomi», passato da poco all’esame di Montecitorio dopo l’ok di Palazzo Madama, ma anche il ddl concorrenza, varato dal governo nel 2014 e fermo da mesi in commissione in Senato dopo l’ok della Camera.
Tra i fronti aperti del provvedimento c’è anche il nodo dei lavoratori dei call center. Un punto sul quale - di fronte alle proteste degli impiegati di Almaviva - il Mise aveva promesso di intervenire con un testo ad hoc.
LE CRISI INDUSTRIALI
Almaviva, per la quale tra l’altro sarebbe convocato un nuovo incontro lunedì, è solo uno dei circa 150 tavoli di crisi aperti al ministero guidato fino a oggi da Carlo Calenda, che ha comunque recentemente rivendicato la chiusura di 26 vertenze quest’anno.
Oltre all’Ilva (con la questione irrisolta dalla manovra delle risorse ad hoc da stanziare per l’emergenza sanitaria) l’allerta è massima anche per Alitalia, che la prossima settimana dovrebbe varare il nuovo piano industriale, stretta tra la necessità di arginare le perdite ma anche di trovare nuove alleanze.
DIPENDENTI STATALI
Rischia lo stop la partita dei «furbetti del cartellino». La Corte Costituzionale - ricordiamo - ha bocciato la riforma della pubblica amministrazione, che porta il nome del ministro Marianna Madia che ha ignorato il principio di concertazione con le Regioni.
Sempre sul fronte della pubblica amministrazione c’è il nodo dell’attuazione del recente accordo per il rinnovo del contratto degli statali che necessita di essere formalizzato in un atto di indirizzo del ministero.
LAVORO E JOBS ACT
Con il no alla riforma costituzionale anche quella del lavoro, con il contestato «Jobs Act», resta incompiuta, visto che le politiche attive per l’occupazione restano materia concorrente tra Stato e Regioni.
Sull’intera riforma, peraltro, pende l’incognita dei tre quesiti referendari proposti dalla Cgil, su articolo 18, stop ai voucher e appalti.
EQUITALIA
Anche la macchina del fisco dovrà essere al centro delle iniziative del nuovo governo. E non c’è solo la riforma di Equitalia da attivare, dalla nomina dell’attuale ad Ernesto Maria Ruffini a commissario per la transizione alla definizione dello statuto del nuovo ente.
In scadenza ci sono anche i direttori dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, e del Demanio Roberto Raggi. Il giro delle poltrone riguarderà anche le grandi quotate pubbliche, da Eni ed Enel a Poste e Finmeccanica.
DECRETO BANCHE
Capitolo delicatissimo, appeso alle decisioni del Monte dei Paschi delle prossime ore, che potrebbe comunque tentare di proseguire con l’aumento di capitale da realizzare sul mercato, evitando l’intervento pubblico.
Il provvedimento con il paracadute per Mps sarebbe comunque già pronto e sarebbe il veicolo con cui sanare diversi altri capitoli, dalla possibilità per le Bcc di utilizzare le deduzioni fiscali sui crediti svalutati (Dta) alla contabilizzazione (in 5 anni) dei contributi delle banche al Fondo di risoluzione, in vista di una tranche aggiuntiva da versare necessaria per permettere la chiusura dell’acquisto delle good bank (3 su 4) da parte di Ubi.
In arrivo anche una proroga per la scadenza dell’obbligo di trasformazione in Spa delle popolari, attualmente fissata al 27 dicembre.