Trento, «doccia fredda» sul progetto piscine
Doccia fredda sul polo natatorio delle Ghiaie e sulla terza via, l’impianto da 11 milioni, che sembrava poter mettere tutti d’accordo. Le indicazioni che emergono dallo studio di Cassa del Trentino, che suggerisce la contestuale chiusura delle vecchie e costose piscine coperte di Madonna Bianca e di via Fogazzaro, non piacciono al mondo del nuoto, alla federazione e alle quattro società che operano in città.
«Non siamo per niente soddisfatti» spiega Mario Pontalti, presidente della Fin trentina. «Qui rischiamo di andare a perdere più di quanto ci verrà dato» esclama. Eppure la contabilità di corsie e spazi acqua sembrava dire il contrario. La nuova piscina olimpionica prevista alle Ghiaie avrà dieci corsie lunghe 50 metri e un pontone mobile centrale per dare la possibilità di dividere in due la vasca.
In più è prevista una seconda vasca, profonda cinque metri, principalmente per i tuffi con trampolini e piattaforma da 5 metri ma utilizzabile anche per gli altri sport acquatici. Per contro lo studio propone di chiudere le due piscine più vecchie e costose in termini di gestione, quella di Madonna Bianca e quella interna di via Fogazzaro, otto corsie e 25 metri di lunghezza in entrambi i casi.
«Ma in realtà - precisa Pontalti - si vuole anche modificare la vasca olimpionica esterna della Manazzon, trasformandola e adattandola all’attività ludica da lido estivo. E dunque si dovrà rinunciare anche a quelle otto corsie da 50 metri utilissime in estate».
Una prospettiva che secondo federazione finisce per rendere il bilancio negativo. «Anche le società sono arrabbiate. Le rinunce sono troppe - insiste Pontalti - anche perché l’impianto di Madonna Bianca è quello che utilizziamo di più per le gare. E se non si potrà usare neanche l’olimpionica esterna per manifestazioni e allenamenti io spero che almeno alle Ghiaie si pensi a un impianto “apribile” l’estate, per permettere un’ossigenazione migliore».
Il presidente della Fin provinciale, oltre che deluso per le indicazioni di Cassa del Trentino, accusa il Comune di aver snobbato il mondo del nuoto nonostante la disponibilità a farsi parte attiva negli studi di fattibilità del nuovo impianto.
«Il presidente nazionale Barelli - spiega - si era offerto per dare una mano nell’individuare le scelte più opportune. La federazione gestisce in Italia una ventina di piscine per conto dei Comuni, tra cui quella di Trieste che alcuni consiglieri sono andati a visitare. Il settore impianti collabora con l’Istituto di credito sportivo e il Coni ed era disponibile gratuitamente ad offrire il suo aiuto, ma evidentemente all’amministrazione non interessa». Pontalti spiega di aver scritto all’assessore Tiziano Uez per offire queste consulenze, di aver parlato più volte con vari assessori. «Però tutto tace».
Lo studio di Cassa del Trentino, un centinaio di pagine piene di dati e di grafici, verrà portato lunedì prossimo da sindaco e assessore allo sport in giunta per una prima valutazione.
«Lo sto leggendo, è molto interessante e fatto bene» confida Uez, preoccupato fin dall’inizio di non lasciare in eredità eccessivi costi di gestione e favorevolmente colpito dalla soluzione di chiudere le piscine più vecchie per far quadrare i conti. Una soluzione di compromesso, tra l’ipotesi minimalista da 8 milioni con la sola vasca olimpionica e quella «extralusso» da 13 milioni con seconda vasca e piattaforma da 10 metri, che potrebbe andare bene anche al Pd facendo ritrovare unità d’intenti in maggioranza.
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