Querele dopo il cenone: la carne era dura
In Tribunale, a Trento, si è presentato vestito da cuoco: casacca bianca e imponente «toque blanche». Ma lo «head chef» veneto, dal curriculum di tutto rispetto, sotto agli abiti da cuoco indossava i panni dell'imputato accusato di minacce, diffamazione e molestie. Le accuse sono relative ad una diatriba sorta su una questione tutta culinaria: lo scamone allo zenzero, che avrebbe dovuto essere cucinato e proposto ai clienti per il cenone di capodanno dell'anno scorso, fu «degradato» a semplice roast-beaf. Tutto ciò innescò una lite tra titolari del locale, un agritur della valle di Fassa, e il cuoco, con querele incrociate e appendice giudiziaria.
Il rapporto tra responsabile della cucina e titolari del locale tipico all'inizio era partito con il piede giusto. Il ponte di Sant'Ambrogio, primo test della stagione invernale, era andato bene con il consueto assalto di turisti. A creare inattese tensioni sarebbero stati i preparativi per il cenone. Nel ricco menù di San Silvestro il cuoco aveva previsto lo scamone allo zenzero. La carne veniva acquistata e il 29 dicembre il cuoco faceva una prova di cottura. Il risultato, stando a quanto hanno poi riferito i titolari dell'agritur, pare non sia stato all'altezza delle aspettative: la carne era troppo dura. Il cuoco sosteneva che la colpa era dei ristoratori che volevano lo scamone ben cotto, ma in questo modo si rischiava di portare in tavola una «suola da scarpe». Secondo lo chef, invece, la carne andava cotta al sangue e semmai ripassata in padella prima di essere servita.
Il conflitto su come cucinare lo scamone non tovava composizione. Per uscire dall'impasse il titolare dell'agritur decideva di far cuocere la pezzatura di carne da un altro cuoco che ne avrebbe fatto un roast-beef, con esito meno creativo ma più sicuro. Questa reazione innescava la collera, pare scomposta, dello «head chef» che si sentiva umiliato. Nella querela presentata ai carabinieri, il titolare del locale riferì che il dipendente, con tono di voce molto alto, offese i datori di lavoro dando loro dei «bugiardi, bambini, falliti».
In un lavoro pesante come quello di cucina le frizioni fanno parte del gioco, ma in questo caso il contrasto non si è ricomposto nonostante il cenone (senza lo scamone allo zenzero) sia andato bene. Dopo quell'incidente il cuoco avrebbe mantenuto un atteggiamento ostile. Il datore di lavoro rispose dando allo chef due giorni di permesso retribuito, ma i conflitti non cessarono come dimostrano le querele presentate da entrambe le parti. I titolari dell'agritur sostenevano di essere stati offesi e pesantemente minacciati. A sua volta il cuoco denunciava l'ormai ex datore di lavoro per minacce.
Le querele hanno avuto esiti diversi. Quella presentata dallo chef veneto è stata archiviata nonostante la strenua opposizione del querelante. Al contrario la denuncia presentata dai titolari dell'agritur ha portato, dopo l'opposizione ad un decreto penale di condanna, ad un processo. Tre sono i capi di imputazione contestati al cuoco. L'accusa di diffamazione è relativa ad alcune affermazioni pesanti sul conto dei titolari dell'agritur. In particolare l'imputato è finto nei guai per aver pubblicato sulla sua pagine Facebook una foto con la scritta: «Prima di fidarvi di questi due dategli 100 euro». L'imputazione di minacce è relativa ad una frase pronunciata il 31 dicembre, a poche ore dal cenone: «Mutismo - avrebbe detto il cuoco - che l'anno nuovo non te lo vedi se continui così...» Infine le presunte molestie sono relative a messaggi e mail considerate petulanti.
Venerdì, dopo aver scattato un selfie davanti all'aula delle udienze vestito da cuoco, l'imputato, difeso dall'avvocato Nicola Benvenuto, ha assistito alla prima udienza. I titolari dell'agritur si sono costituiti parte civile, assistiti dall'avvocato Paolo Chiariello, chiedendo 11 mila euro di risarcimento. Dopo aver affrontato le questioni preliminari e ammesso liste testi e prove, il giudice ha rinviato l'udienza. Dello scamone allo zenzero si tornerà a parlare in Tribunale ad aprile.