«La stagione della caccia non è in pericolo»
Dalla Provincia arrivano rassicurazioni ai cacciatori trentini dopo che il Tar ha sospeso la delibera del Comitato Faunistico della Provincia che consente di cacciare nelle due forme di caccia, vagante e da appostamento.
A gettare acqua sul fuoco è Michele Dallapiccola . «La stagione venatoria non è assolutamente a rischio - afferma l’assessore provinciale - Sulla portata pratica e sugli effetti di questa risoluzione ne parleremo la prossima settimana con il servizio faunistico e con l’avvocatura della Provincia».
Tempi duri per i cacciatori trentini. La notizia è arrivata mercoledì, ad aprire un agosto che dovrebbe portare, alla metà del mese, al via della stagione faunistica 2018-2019.
Dovrebbe, perchè il Tar di Trento ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste (Pan-Eppaa, Lipu, Wwf e Lagambiente), oltre che dal consigliere provinciale Filippo Degasperi (M5S). Quello che gli ambientalisti contestano è la possibilità, in Trentino, di praticare entrambe le forme di caccia indiscriminatamente, senza scegliere l’una o l’altra.
La palla passa ora alla corte costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla legittimità. Respinti, invece, gli altri quattro punti del ricorso presentato dagli animalisti, riguardanti l’esercizio dell’attività venatoria all’interno delle aree protette di interesse provinciale, la durata del periodo di caccia di selezione, gli orari di caccia e l’omessa previsione di un carniere stagionale.
Tra le «doppiette» trentine aleggia però un clima sereno. I vertici delle associazioni non mettono in dubbio il regolare svolgimento della prossima attività faunistica, al via ufficialmente il 16 agosto con la caccia al camoscio. Come scudo difendivo dagli attacchi degli ambientalisti i cacciatori fanno valere la legge regionale sulla caccia in Trentino-Alto Adige (7 settembre 1964, n. 30), basata sul sistema delle riserve, che evita di fare una scelta tra caccia vagante e di appostamento, preferenza invece obbligatoria nelle altre regioni italiane.
«La norma nazionale alla quale fanno riferimento i ricorrenti è stata introdotta nel 1992 con lo scopo di legare il cacciatore al territorio per evitare il nomadismo venatorio - afferma Stefano Ravelli , presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini - Da noi non è necessario fare la scelta tra caccia vagante e di appostamento, perchè la nostra legge regionale si basa invece sul sistema delle riserve, che prevede che il cacciatore trentino non possa andare a caccia dove vuole, ma solamente nella sua riserva di riferimento. Il legame del cacciatore trentino con il territorio è così garantito, con un sistema più rigoroso rispetto alla norma nazionale e che negli anni ha dimostrato di funzionare benissimo. Trovo quindi paradossali queste critiche, le vedo solo come un pretesto per contrastare la nostra attività».
Le «doppiette» trentine possono quindi stare tranquille? «I cacciatori non devono preoccuparsi sull’apertura della caccia - prosegue Ravelli - siamo sicuri che non subirà alcuna variazione. Il Tar di Trento non può sospendere le norme di legge. Fintanto che sono in vigore prevedono che in Trentino non sia necessario scegliere l’opzione tra caccia vagante e di appostamento. Se poi la Corte Costituzionale dovesse dichiarare incostituzionali le nostre norme di legge, ci adegueremo. Ma fino ad allora proseguiamo nel rispetto della legge attuale».
D’accordo con il presidente dell’Associazione cacciatori trentini è anche Claudio Eccher , presidente dell’Associazione cinofili trentini, nonchè ex consigliere della Provincia. «La mancata scelta tra i due tipi di caccia, in Trentino, non è una cosa sbagliata perchè rispetta la legge. Nel 2016 la commissione dei 12 aveva preso in considerazione il problema-caccia e aveva stabilito che con il sistema delle riserve non serviva scegliere tra caccia vagante e di appostamento. Questa decisione è diventata poi una norma nazionale con il decreto legislativo 239 del dicembre 2016, che ha chiarito benissimo la questione. Non capisco in base a quale motivazione sia stata accettata questa richiesta da parte del Tar di Trento. Noi chiediamo semplicemente che la norma di legge venga rispettata ed apliccata».