Richiedenti asilo in gol In squadra migranti e studenti
Per la prima volta a livello locale, una squadra formata in parte da giovani richiedenti asilo ed in parte da trentini e universitari fuori sede approda al Campionato di calcio ad 11 amatori della Figc, portando un messaggio di solidarietà e accoglienza attraverso la pratica dello sport. Nei giorni scorsi, infatti, la Asd «Intrecciante» ha fatto il proprio ingresso nella competizione provinciale, presentandosi sul campo da gioco con una formazione davvero inedita per un team dilettantistico, con giocatori provenienti da quasi una decina di Paesi differenti. L'ente sportivo - guidato dagli stessi aderenti e rappresentato da una giovanissima presidente, Serena Endrizzi - è nato all'interno del progetto di carattere culturale «Goal: fare rete contro il razzismo», promosso dalla Uisp del Trentino e finanziato dalla Fondazione Caritro. Una volta creata la squadra per i primi tornei interni, grazie anche alla collaborazione delle cooperative Atas e Kaleidoscopio, si è tuttavia deciso di continuare il percorso dando vita ad una vera e propria associazione sportiva, che potesse entrare a pieno titolo nel panorama calcistico locale. L'obiettivo rimane quello iniziale, ovvero dimostrare come lo sport sia non solo la chiave per sconfiggere pregiudizi e intolleranza, ma anche un ineguagliabile collante sociale.
«Cerchiamo di fare dello sport - commentano il presidente della Uisp Tommaso Iori la portavoce della squadra Endrizzi - un'opportunità per rompere le barriere culturali che si frappongono tra le persone, cercando di non essere una semplice squadra sportiva, ma una vera e propria associazione culturale, in grado di coinvolgere giovani e non in un'attività che va oltre i novanta minuti sul campo da gioco».
Attualmente all'associazione sono iscritte 32 persone, di cui sedici richiedenti asilo e sedici ragazzi e giovani di origine locale, arrivati in Trentino per ragioni di studio oppure operatori di cooperative ed enti impegnati a vario titolo nell'accoglienza ai migranti. Per quanto riguarda i giovani ospitati sul nostro territorio, si tratta in larga parte di ragazzi, tutti con meno di 25 anni, provenienti dall'Africa Subsahariana (tra cui la Guinea, Guinea Bissau, i Senegal, il Mali ed il Gambia), oppure dal Nord Africa, in particolare dal Marocco. Non mancano, poi, nuovi cittadini trentini e giovani del posto alla ricerca di un progetto di inclusione che vada oltre il semplice gioco di squadra.
«Questa - dice al riguardo il ventunenne Younes Et Tahiri, giovane studente di sociologia, nato a Trento da una famiglia originaria del Marocco - è la squadra che avrei sempre voluto vedere. Le ragioni sono molteplici: anzitutto, è presieduta da una ragazza (caso unico nel mondo del calcio trentino), mentre non ammette alcuna forma di razzismo e cerca di creare comunità sia dentro che fuori dal campo».
Per cercare di superare gli ostacoli culturali all'integrazione, dopo ogni partita la squadra organizza un «terzo tempo», ovvero un momento conviviale e di intrattenimento, a cui è invitata anche la formazione avversaria.