Migranti, meno fondi per integrarli Il sindacato: così a rischio 150 posti
La Provincia, sulla base di quanto previsto a livello nazionale, taglia le risorse per l'accoglienza dei migranti. Lo fa con una circolare del dirigente del Dipartimento welfare Silvio Fedrigotti che riprende le norme previste a livello nazionale che vanno verso una riduzione dei soldi per i migranti. Una riduzione della cifra assegnata giornalmente per ciascun migrante, dai 33 euro attuali a una media di 24 euro, che il governatore trentino Maurizio Fugatti difende. «Siamo favorevoli al taglio, non abbiamo ancora un quadro delle ripercussioni sul piano occupazionale» spiega. Tra le iniziative cancellate ci saranno i corsi di lingua italiana per gli stranieri: «Come erano organizzati non erano utili» conclude Fugatti. Che oggi incontrerà i sindacati per fare il punto della situazione.
La circolare di Fedrigotti, inviata a 14 associazioni che si occupano dell'accoglienza, spiega solo che i tagli ci saranno ma non chiarisce tempistiche e modalità. Anche per capire meglio cosa succederà, per venerdì, spiega Stefano Canestrini di Astalli, è previsto un incontro tra le realtà dell'accoglienza e Fedrigotti. «Si andranno ad approfondire gli scenari su modalità, tempi e tipi di servizi che saranno toccati. Vorremmo capire se la Provincia coprirà il tagli con fondi propri, ma non credo che ciò avverrà - sottolinea Canestrini - se ci sarà un periodo transitorio fino all'applicazione e un tavolo pubblico-privato per capire come organizzare i servizi. Il problema è che senza risorse ci sarà un grossissimo problema con ricadute su chi seguiamo. Se iniziano a togliere i servizi di integrazione e comunità manca l'attività che punta sulla vera inclusione sociale e si tagliano le gambe all'integrazione. Ma le persone ci sono e per garantire l'inclusione ci devono essere dati gli strumenti per lavorarvi. Secondo me si rischia di andare a sbattere contro un muro».
Nella circolare di Fedrigotti si spiega che riguarda al «progetto di accoglienza straordinaria dei richiedenti protezione internazionale, per l'anno 2019, in esito alle prime indicazioni del Commissariato del governo relative ai nuovi contenuti previsti dal ministero dell'interno per i servizi da erogare, si comunica che la gestione dovrà avvenire con una significativa riduzione delle risorse, rispetto all'attuale situazione, con conseguente riduzione dei servizi» si legge. «Inoltre le nuove disposizioni ministeriali escludono la possibilità di realizzare servizi per l'integrazione come corsi di lingua e cultura italiana, l'orientamento al lavoro, la relazione di comunità e anche il sostegno psicologico. Salvo diversi accordi, tali riduzioni o sospensioni interverranno nei prossimi mesi, con decorrenze che non sono ancora definite».
A protestare contro la scelta è la Funzione pubblica della Cgil: «Avevamo ampiamente denunciato ? sia a livello nazionale che trentino ? che il cosiddetto decreto sicurezza e il taglio delle risorse per l'accoglienza avrebbero determinato conseguenze pesantissime in termini di "insicurezza" sociale e, nel solo Trentino, perdita di centinaia di posti di lavoro. Non possiamo quindi che ribadirlo ora, di fronte alla circolare della Provincia che preannuncia una significativa riduzione delle risorse e dei servizi, a partire dalla formazione linguistica e di cultura italiana, orientamento al lavoro, sostegno psicologico. Si tratta però di molti più dei trenta posti di lavoro ipotizzati, visto che sia formalmente che indirettamente come categoria abbiamo già notizia di almeno 150 posti di lavoro a rischio entro il prossimo anno» sottolinea il segretario provinciale Fp Cgil Luigi Diaspro.