Intenso weekend per i Carabinieri: bloccato un ladro in cantiere a Predazzo, un arresto e una denuncia a Trento e in Rotaliana
L’impegno delle Compagnie Carabinieri trentine sul territorio per garantire la sicurezza dei cittadini e dei loro averi è quotidiano. Nell’ultimo fine settimana sono stati svolti, sotto il coordinamento del Comando Provinciale, diversi servizi preventivi finalizzati a contrastare i reati contro il patrimonio sia nel capoluogo tridentino che nella provincia. Diverse centinaia sono stati i veicoli e le persone controllate. In particolare,
sabato 22 febbraio, verso le ore:21, i Carabinieri della Compagnia di Trento, nel centro storico di Roverè della Luna, hanno sottoposto a un controllo un 23enne di Mezzolombardo, che, per evitarlo, dapprima, ha rifiutato di fornire le proprie generalità e, poi, ha spinto energicamente i militari che prontamente l’hanno contenuto, evitando ulteriori violenze. Bloccato, è stato dichiarato in arresto per resistenza e violenza a Pubblico;
22.30, la centrale operativa di Cavalese riceveva una segnalazione da parte di un privato cittadino che riferiva di avere notato movimenti sospetti nelle adiacenze di un cantiere a Predazzo. Immediatamente, l’informazione veniva inoltrata alle diverse pattuglie in circuito, tant’è che la pattuglia della locale Stazione, portatasi sul posto, individuava un uomo che aveva rubato, dal vicino cantiere, un compressore. L’uomo, un 50enne Moldavo, bloccato, è stato arrestato per furto aggravato,
a termine delle operazioni di rito, su disposizione dell’AG trentina, entrambi sono stati messi agli arresti domiciliari, in attesa della direttissima, che sarà celebrata in data odierna;
nelle prime ore di domenica, 23 feb., sempre i Carabinieri di Trento, grazie alla fitta rete di controlli, hanno tratto in arresto un 42enne del Marocco perché risultato destinatario di un provvedimento restrittivo in carcere emesso dalla Procura della Repubblica di Trento. L’arrestato, questa volta, è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale, dove dovrà espiare la sua pena di un anno e quattro mesi di reclusione per reati contro il patrimonio e stupefacenti.
Fondamentale per il successo investigativo e soprattutto per un adeguata protezione, è la compartecipazione e condivisione dei cittadini, siano essi vittime oppure soltanto testimoni di fatti illegali, se non inusuali o “strani”, che se riferiti prontamente, come nel secondo caso narrato, possono essere determinanti alla risoluzione delle investigazioni o delle attività preventive e consentono di mettere in campo mirate azioni precauzionali oppure assicurare alla giustizia i responsabili e spesso restituire il maltolto alle vittime.