Nidi e scuole d'infanzia una ripartenza «a turni» nella proposta dei Comuni
Una riapertura in sicurezza degli asili nido e delle scuole dell’infanzia è possibile, partendo dal presupposto che cambierà molto nell’organizzazione: gruppi ristretti di bimbi, giochi e lezioni all’aria aperta, tempi più lunghi della giornata educativa in modo da permettere attività su turni. Si intitola “I bambini sono oggi, non domani” il documento con sei proposte operative firmato dall’assessore del Comune di Trento Chiara Maule, dal vicesindaco di Rovereto Cristina Azzolini e dal vicesindaco di Pergine Daniela Casagrande. «I servizi socio-educativi quali i nidi d’infanzia e le scuole dell’infanzia sono agenzie educative che da oltre quarant’anni in provincia di Trento garantiscono il diritto alla socializzazione e ad esperienze educative di qualità per i più piccoli - viene evidenziato - Tali agenzie non sono sostituibili». Nel documento si sottolinea l’opportunità di sperimentare con gradualità nel periodo estivo la riapertura.
La prima proposta riguarda la composizione dei gruppi, che saranno più piccoli e non dovranno mescolarsi; si prevede, ad esempio, un insegnante per 3-4 bimbi al nido e per 5 al massimo 8 bambini per la scuola dell’infanzia.
In merito al personale educativo (seconda proposta del documento) con il ridimensionamento dei gruppi sarà necessario il potenziamento dell’organico. In tema di spazi e organizzazione del lavoro (terzo punto) si propone una mappatura degli spazi disponibili, valutando le alternative. Gli spazi esterni (parchi, giardini, aree verdi) sono da privilegiare, ma all’interno si può verificare la fruizione di palestre, musei e biblioteche. Nell’ottica del contenimento del virus, gli spazi chiusi potranno essere utilizzati in maniera esclusiva da ciascun gruppo. La quarta proposta - sui tempi della giornata educativa - coinvolge direttamente mamma e papà: viene chiesto un “patto di fiducia” sul principio di “ognuno protegge tutti”, attraverso l’adozione anche in famiglia di comportamenti coerenti con le linee guida adottate nei servizi. Un atto di responsabilità, che è presupposto per una rimodulazione della frequenza dei bambini: gli orari di apertura dei servizi saranno prolungati, con due o più turni nell’arco di una giornata.
La prevenzione durante le attività è il quinto punto della proposta. Sarà importante l’igiene della mani dei bimbi, ma anche che i giochi siano lavabili (non di stoffa) e non scambiati fra gruppi. La distanza dovrà essere garantita anche durante i pasti (tavolini con al massimo due-tre bambini evitando che i piccoli si scambino posate, bicchieri e tovaglioli) e nelle zone sonno (almeno un metro tra un lettino e l’altro).
L’ultima proposta riguarda i criteri di accesso, con la priorità alle famiglie con maggiori fragilità o con difficoltà di conciliazioni degli orari (per i genitori single e nel caso mamma e papà lavorino entrambi). L’allungamento della giornata didattica servirà anche ad accogliere un maggior numero di domande per garantire ad ogni bambino pari opportunità educative.
Le proposte operative partono dal presupposto che l’esigenza prioritaria sia la tutela della salute, bilanciando la prevenzione con la possibilità di «garantire il diritto a giocare, a crescere insieme ad altri bambini e adulti, a sentirsi riconosciuti e protetti, a condividere esperienze di crescita». Viene evidenziato che vicinanza e contatto fisico sono difficilmente evitabili tra bambini ed educatori-insegnanti, e che le ricerche più recenti sembrano attestare che i bambini mostrano «una inferiore tendenza a infettarsi e infettare rispetto agli adulti e quanto meno presentano sintomi più lievi di questi ultimi».