Riapertura: caos parrucchieri Regole diverse tra Inail e Pat
Le regole per la riapertura di parrucchieri e estetiste sono un altro esempio della difficoltà nel conciliare le ragioni delle imprese territoriali e quelle della sanità nazionale. Ieri, sul tavolo tecnico che in giornata stava definendo le linee guida per i parrucchieri trentini (in regione sono oltre 1.600), è piombata come una secchiata d’acqua gelata la pubblicazione del documento tecnico dell’Inail nazionale. Con differenze notevoli con le scelte che si stavano definendo nel confronto tra imprese, sindacati e tecnici provinciali e della sanità trentina. Quella fondamentale e che rende più difficile la riapertura con un numero di clienti ridotto ma sostenibile, riguarda la distanza tra le poltroncine per il taglio. A Trento si puntava al metro di distanza, l’Inail rilancia con due metri di distanza.
Sulla data di apertura, la giunta provinciale rimane ferma sul 18, ossia lunedì prossimo, e punta a dare certezze agli imprenditori sulle regole da applicare.
Intanto, quelle ufficiali pubblicate dall’Inail indica una rivoluzione nei saloni di parrucchieri, la maggior parte dei quali è già pronta per ripartire, anche perché le prenotazioni arrivate dai clienti sono molte. Dopo due mesi di tagli in casa artigianali (come ha dovuto fare anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella), tanti trentini hanno necessità di un taglio professionale.
Tra le indicazioni dell’Inail, ecco quelle relative a mettere in campo una buona programmazione di tutte le attività e dei tempi medi occorrenti per i trattamenti è necessaria per garantire la sostenibilità delle attività quotidiane. Quindi si chiede, «ove possibile, già in fase di prenotazione, è necessario predeterminare i tipi di trattamento richiesti per ciascun cliente.
Ciò è fondamentale per ottimizzare i tempi di attesa e per la prevenzione di ogni forma di affollamento, il «layout del locale e la gestione degli spazi potrebbero essere ottimizzati anche tramite soluzioni innovative rispetto alla zona originariamente prevista per l’attesa, al fine di garantire le attività e il distanziamento fra clienti ed operatori. Ad esempio, si possono riorganizzare gli spazi interni sfruttando tali aree per le fasi di attesa tecnica. Potranno altresì essere utilizzate barriere separatorie fra aree e postazioni al fine di mitigare il rischio (in particolare per le aree lavaggio)» dice l’Inail. Si devono «individuare chiaramente le zone di passaggio, le zone di lavoro e le zone di attesa e prevedere una distanza minima di almeno due metri tra le postazioni di trattamento (ad esempio utilizzando postazioni alternate)».
Si devono «prevedere orari di lavoro flessibili e, ove possibile, turnazione dei dipendenti» e se possibile «lavorare con le porte aperte». E i parrucchieri si stanno attrezzando per aprire fino a dopo le 20 e per lavorare sei giorni su sette.