Il «piano segreto» sul coronavirus che il Governo avrebbe nascosto forse è stato scritto a Povo
Il famoso «piano segreto» per affrontare l’epidemia di Covid a febbraio scorso, e «secretato» dal Governo? In realtà sarebbe solo uno studio sugli scenari ipotizzabili, redatto dall’epidemiologo trentino Stefano Merler della Fbk. Ma è ancora top secret e oggetto di una furiosa polemica politica.
Domenica scorsa sia il Corriere della Sera che La Repubblica ne hanno parlato, attingendo ai verbali delle riunioni del Ministero della salute, Cts (Comitato Tecnico Scientifico) e Protezione civile, dove si parla del misterioso «piano» del febbraio scorso - quindi prima dell’esplodere della pandemia - e si afferma che «è meglio non divulgarlo». Tutti i responsabili, nei giorni seguenti, ne negano l’esistenza; ma si tratterebbe semplicemente di uno studio condotto dal professor Merler sullo stato dell’epidemia.
L’opposizione ha attaccato più volte il governo Conte acusandolo di aver nascosto il documento per tenere all’oscuro i cittadini dell’effettiva gravità della situazione; ma il ministro Roberto Speranza - così come la Protezione civile - hanno sempre negato l’esistenza del «piano», parlando piuttosto di uno studio condotto dal professor Stefano Merler della fondazione Kessler di Trento non diffuso per non «creare panico nella popolazione».
Resta però il fatto che nel verbale del CTS datato 24 febbraio si parla, per la prima volta, di un piano «ancora da completare» per «l’organizzazione della risposta dell’Italia in caso di epidemia» (scrivono i due quotidiani nazionali). Secondo Repubblica, la prima bozza era del 20 febbraio – il giorno prima della scoperta del paziente uno di Codogno – e aveva come oggetto prevalente l’organizzazione delle terapie intensive negli ospedali.
E’ certo che, nella riunione, la maggioranza dei partecipanti decise per la non pubblicità. Ma poi il «piano» torna in discussione il 4 marzo – quando ormai in Italia c’erano centinaia di malati – e si affida la redazione e aggiornamento all’Istituto superiore di sanità, all’ospedale Spallanzani di Roma ed al ministero.
Il «piano» non viene poi più citato nei verbali delle riunioni seguenti: è stato però un dirigente del ministero della Salute, Andrea Urbani, a spiegare al Corriere della Sera che effettivamente un piano segreto c’era, ed era stato applicato senza coinvolgere sui contenuti la popolazione per non creare allarme.
Alla fine, a citare lo studio di Merler e della FBK è stata la Repubblica che, dopo aver avuto accesso agli atti, si trova davanti proprio allo studio curato dal professor Merler. Si tratta di una indagine su modelli matematici (della quale peraltro Merler aveva accennato in numerose interviste e conferenze stampa, come questa dell'1 maggio scorso) che ha lo scopo di verificare in che modo l’aumento dell’indice R0 (quello che misura quante persone possono essere contagiate mediamente da una persona infetta) avesse un impatto sulla situazione italiana, descrivendo come conclusione due scenari possibili.
Il ministro della Salute, il suo portavoce Miozzo ed il CTS sostengono così che non vi era alcun «piano», bensì lo studio di Merler, consegnato al Comitato il 12 settembre.
Resta il fatto che questo studio di Merler non è stato ancora reso pubblico, benché allegato alla documentazione del CTS. E quindi resta il giallo: il famoso «piano segreto» è stato scritto a Povo?