Covid, i dati del contagio: il caso di Trento, positivi fino a sei volte quelli comunicati dalla Provincia

Puoi leggerla come vuoi, ma le cifre non mentono: da inizio pandemia fino a fine novembre, la Provincia ha pubblicamente fornito dati "fasulli", ovvero largamente inferiori alla realtà dei contagi. Torna a scriverlo l'ex Rettore dell'Università di Trento, il fisico professor Davide Bassi, nel suo blog personale. E questa volta ci fornisce la prova del nove, con i dati (reali e fasulli) relativi al Comune di Trento. Scrive il professor Bassi:

Dati fasulli e dati veri dei contagi nel Comune di Trento: un confronto

Anche se da una decina di giorni la Provincia Autonoma di Trento è costretta a rivelare i dati completi sui contagi da SARS-CoV-2, nulla ci è stato detto su quanto è avvenuto durante lo scorso mese di novembre. In Piazza Dante le bocche sono cucite e pur in presenza di molti articoli di stampa dedicati sull’argomento (apparsi anche a livello nazionale, ieri sul Messaggero di Roma) la linea sembra essere quella di negare l’evidenza, complice anche l’assordante silenzio del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Per fortuna, grazie all’operazione trasparenza avviata da molti Sindaci trentini, siamo riusciti a raccogliere molte informazioni che ci permettono di comprendere la reale entità del fenomeno. Il Comune di Trento mi ha fatto gentilmente avere il dato storico degli attualmente positivi durante l’ultimo mese. Il dato non può essere esteso automaticamente a tutto il Trentino, ma è comunque molto utile per capire cosa sia successo.

Ecco il grafico che ho costruito sulla base dei dati forniti dal Comune di Trento. Sono i dati che la Provincia ha dovuto comunicare ai Sindaci per obbligo di legge perché riguardavano le persone attualmente positive a cui è stata imposta la quarantena.

I punti rossi corrispondono agli attualmente positivi verificati con tampone molecolare che appaiono nelle statistiche ufficiali della Provincia. I punti blu corrispondono a tutti gli attualmente positivi (somma di molecolari ed antigenici). Tutti i dati si riferiscono ai soli cittadini residenti nel Comune di Trento. Fonte dati: Comune di Trento.

Notiamo che il 9 novembre, primo giorno per il quale sono disponibili i dati, c’era già una notevole differenza tra i dati provinciali (rossi) ed i dati veri (blu). Fino alla seconda decade di novembre le due curve mostrano un andamento divergente, con i dati rossi in lenta discesa, mentre i dati blu erano in forte salita. Nel momento di massima divergenza il numero vero degli attualmente positivi residenti nel Comune di Trento era pari a più di 6 volte il numero ufficiale.

[fonte: blog del professor Davide BASSI https://dbassi48.blogspot.com/2020/12/i-dati-fasulli-e-dati-veri-dei-contagi.html?m=1]

Lo scorso 25 novembre il Comune di Trento inizia a pubblicare sul suo sito web i valori veri dei contagi e la loro distribuzione per fasce d’età e per circoscrizione. Più o meno allo stesso tempo si nota una forte inversione di tendenza. La separazione tra dati rossi e dati blu (in pratica i positivi antigenici) si riduce rapidamente. Si noti il paradosso: da fine novembre in poi gli attualmente positivi veri stanno calando vistosamente, mentre quelli ufficiali (comunicati da PAT) mostrano una sia pur lieve crescita.
Credo che il grafico non abbia bisogno di ulteriori commenti.

E conclkude:  "Il mio più sentito ringraziamento va ai Sindaci dei Comuni che hanno informato i loro cittadini sullo stato reale della pandemia in Trentino durante il mese di novembre".

Un articolo prontamente condiviso in rete dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli.


FUGATTI: TUTTI I DATI COMUNICATI CORRETTAMENTE

Sul tema in conferenza stampa ha replicato il presidente trentino, Maurizio Fugatti, spiegando che la Provincia non ha comunicato i dati dei test rapidi «perché il governo non li chiedeva, ora vengono richiesti e li comunichiamo».

Quanto al test molecolare di conferma da fare immediatamente dopo quello rapido, in caso di positività, Fugatti ha citato una circolare ministeriale del 30 ottobre secondo la quale «non è necessario procedere subito con il secondo test, basterà farlo entro il decimo giorno. E in Trentino - ha sottolineato Fugatti - la persona viene subito posta in isolamento per garantire la salute pubblica. Questo è fondamentale».

E su questo argmento, ha aggiunto Fugatti, va ricordato che le Regioni si muovono un po' in ordine sparso perché al momento non esiste una regolamentazione precisa sulla gestione dei tamponi rapidi.

«Chi ha scritto quell'articolo sul Messaggero se ne assumerà le responsabilità. Per parte nostra vedremo se il ministero ci chiederà qualcosa in proposito. Io so che la nostra gestione della crisi funziona ed è guidata da professionalità di alto livello.

Oggi nella conferenza con il ministro della salute - ha concluso il presidente - abbiamo saputo che le autorità internazionali hanno riconosciuto ufficialmente il test antigenico, ora vedremo se  il governo italiano procedertà con l'equiparazione dei due esami».


ZANELLA: CONTINUARE IL BLUFF E' PERICOLOSO

Del caso si occupa anche il consigliere provinciale Paolo Zanella, di Futura: «La Giunta provinciale nella gestione della pandemia sta giocando col fuoco. Nella relazione di ieri al bilancio, il presidente Fugatti non ha pronunciato una sola parola sulla reale gravità della situazione dell’epidemia in Trentino. Non un accenno agli oltre ottocento morti e alla drammatica situazione di congestione in cui versano gli ospedali e le rianimazioni.
Tutto bene insomma. Solo parole autocelebrative su quanto siamo stati bravi a far fronte all’emergenza. “Non è stato un caso” - ha persino avuto il coraggio di dire il Presidente Fugatti - “che nei tre colori stabiliti dal Governo, siamo stati classificati gialli e siamo, finora, rimasti tali”. Sì, appunto, non è stato un caso. E non di certo perché abbiamo gestito la pandemia in modo esemplare. Non è un caso perché deliberatamente non si sono comunicati tutti i dati al fine di restare in zona gialla.
Ne parla persino la stampa nazionale, facendo fare alla gestione Fugatti e al nostro Trentino una pessima figura. Il Messaggero titola così: “Covid, l’epidemia nascosta di Trento: tamponi fantasma e dati fasulli”. Ecco che i nodi vengono al pettine.
Dal mio ingresso in Consiglio provinciale ho interrogato più volte la Giunta e sono intervenuto in aula per denunciare la mancata trasparenza sui dati, sentendomi rispondere che a Roma fino al 3 dicembre chiedevano solo i dati dei tamponi molecolari. Come se non fossero consapevoli di star omettendo di comunicare centinaia di positivi al giorno, non verificando gli antigenici col molecolare come da indicazioni ministeriali.
Un grande bluff, insomma, finalizzato a rimanere in zona gialla, come se si potesse bluffare con i numeri dei contagi, come se non stessimo parlando della salute e della vita delle persone, come se da questi numeri non dipendessero decisioni importantissime per il bene della comunità. Alto Adige e Veneto continuano nella verifica dei tamponi antigenici positivi attraverso il molecolare di conferma, noi invece continuiamo a non farlo e a comunicare separatamente i due tipi di tampone, consapevoli che l’ISS e il Ministero da inizio dicembre chiedono i dati degli antigeni, senza poi usarli per calcolare gli indici di rischio. Avanti col giochetto. In barba al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità, sui quali, però, viene da chiedersi come mai non abbiano vigilato sulla palese anomalia trentina, con dati di ricoveri, accessi in rianimazione e mortalità del tutto fuori scala rispetto ai tamponi positivi.
Ciò che in molti stiamo chiedendo alla Giunta è soltanto di prendere atto della gravità della situazione, basandosi sui dati reali e prendendo responsabilmente i provvedimenti conseguenti. Ieri il nostro indice Rt era di 0,89, tra i più alti in Italia. Se teniamo conto che è calcolato solo sull’andamento dei positivi al tampone molecolare, senza tenere conto di tutti gli antigenici, la gravità della situazione è lampante. La stima reale della situazione l’abbiamo guardando il tasso di ospedalizzazione e di mortalità CoVID-19 correlati. L’ospedalizzazione è di 88,5 persone ogni 100.000 abitanti (9 dicembre), ben oltre Alto Adige - 80,6/100.000 - e Veneto - 58,5/100.000. La mortalità è di 13,7 morti per 100.000 abitanti nell’ultima settimana, terzi in italia per decessi (media 7,5/100.000).
Di fronte a questa situazione, con le festività alle porte, serve un richiamo forte al senso di responsabilità individuale, che diventa strumento di tutela della comunità, specie dei più fragili. Serve rafforzare le misure di prevenzione contenendo al massimo gli spostamenti e ricordando l’importanza dell’uso della mascherina. Va preparata la riapertura delle scuole - sempre che sia possibile ripartire dopo le feste in base ai dati reali - programmando quanto non si è riusciti a programmare durante la tregua estiva: scaglionare gli ingressi e dilazionare su un arco maggiore di ore la didattica in presenza, per evitare gli assembramenti sui mezzi pubblici. Si rende necessario potenziare il tracciamento e lo screening degli operatori sanitari, nonché rinforzare gli organici di ospedali e centrale CoViD per far fronte alle molte malattie e al rischio di burnout del personale sanitario.
È comprensibile la preoccupazione di questa Giunta per l’impatto economico delle misure di contenimento, è una preoccupazione che chiunque non può che condividere. Su questo si dovrà lavorare col Governo per i ristori e per aumentare le politiche attive per il lavoro. Ma la vita e la tutela della salute vengono prima.
Bluffare per restare in zona gialla non farà altro che rallentare la discesa dei contagi, metterà a rischio la sostenibilità del sistema sanitario e posticiperà per il nostro territorio il momento in cui potremo finalmente pensare seriamente alla ripartenza» conclude Zanella.


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