Primo maggio, i sindacati: “ll Trentino si cura con il lavoro, non si lasci indietro nessuno”
Solo mettendo al centro il lavoro che si può costruire una ripresa economica duratura ed equa. Questo il messaggio lanciato oggi durante la Festa dei Lavoratori da Cgil, Cisl e Uil. Un minuto di silenzio per il boscaiolo morto in Val di Fiemme
TRENTO. Il Trentino si cura con il lavoro. Ed è solo mettendo al centro il lavoro che si può costruire una ripresa economica duratura ed equa. E’ questo il messaggio lanciato durante la Festa dei Lavoratori da Cgil, Cisl e Uil. I rispettivi responsabili sono andati a Cavalese, Riva del Garda e Tione per una diretta Facebook insieme ai lavoratori e alle lavoratrici stagionali. Una diretta che si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare la morte sul lavoro, avvenuta negli scorsi giorni, di un boscaiolo romeno. “Non si deve più morire sul lavoro”:
Durante i collegamenti hanno portato la loro testimonianza cuochi, commessi, dipendenti degli hotel, stagionali degli impianti a fune, tutti rappresentanti di una delle categorie maggiormente colpite dalla crisi. Storie di persone che in questo ultimo anno hanno dovuto fare enormi sacrifici per sbarcare il lunario.
Alle manifestazioni, solo simboliche a causa delle limitazioni contro il Covid 19, prenderanno parte anche alcuni rappresentanti della associazioni datoriali del settore.
Sostegno al reddito, al lavoro e collegialità nelle scelte di politica del lavoro le richieste, chiare e semplici, ma al tempo stesso finora in gran parte frustrate, dei sindacati. Per Cgil, Cisl e Uil le risposte date dalla giunta provinciale trentina di centrodestra sono insufficienti. «Manca chiarezza sulle risorse disponibili. Diventa difficile anche fare proposte concrete».
I sindacati trovano "risibili” gli stanziamenti di soli 9 milioni di euro e invocano un piano provinciale da almeno 55 milioni a favore di lavoratori e famiglie, all'interno della manovra provinciale da mezzo miliardo. Troppi i lavoratori rimasti anche senza ammortizzatori sociali. Tempi determinati non rinnovati, precari, partite iva, lavoratori somministrati, stagionali. Solo gli stagionali del turismo, ormai fermi da fine settembre, sono stimati in circa ventimila. Tra le proposte dei sindacati, anche una quota simbolica, di 50 euro al mese, per le tariffe dei servizi conciliativi estivi per bambini, allargando la platea fino ai quattordicenni.
Walter Alotti, segretario Uil, accende i riflettori anche sull'edilizia abitativa: «Da inizio pandemia nessun aiuto per chi è in difficoltà a pagare l'affitto nel privato. I tavoli per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego e della sanità sono attivi in tutta Italia tranne che in Trentino. La giunta è immobile. E abbiamo l'impressione che si stia indebolendo anche l'agenzia del lavoro, con la mancata sostituzione di chi va in pensione». «Non si perda tempo a utilizzare i fondi che arriveranno dall'Ue, dal Recovery Fund» è il richiamo di Andrea Grosselli, segretario della Cgil trentina. «Sostenere riqualificazione e formazione dei lavoratori in difficoltà è una priorità finora disattesa. Il lavoro femminile è in forte sofferenza. Sono allo stremo le famiglie in cui due redditi su due arrivano dal turismo». I sindacati contestano poi il perdurare di relazioni sindacali del tutto deludenti con questa giunta.