Bilanci in rosso in quasi tutte le Apsp nonostante i contributi della Provincia
Approvati nei giorni scorsi i bilanci consuntivi 2020: per la Civica perdite di 580 milioni, per la Vannetti di 377 milioni: colpa della drammatica crisi da covid
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TRENTO. Le Apsp trentine hanno pagato un enorme tributo per il covid in termini di vittime e di ammalati, ma anche di impegno del personale per far fronte all'emergenza che le ha travolte.
Ora è arrivato il momento di fare i conti anche con le entrate e le spese del 2020 ed è evidente il tributo anche in termini economici.
Lo dimostrano i bilanci consultivi che, come prevede la legge, sono stati approvati entro il 30 aprile e che ora vengono pubblicati sui siti delle diverse Apss. Salvo poche eccezioni i bilanci sono pesantemente in rosso.
A pesare è il gran numero di posti letto rimasti a lungo vuoti, ma anche il venire meno della possibilità di offrire servizi all'esterno.
Nel dettare le regole la Provincia ha deciso di finanziare parzialmente i posti convenzionati rimasti liberi durante la pandemia, ma non ovviamente quelli che le varie Apsp gestivano in maniera privata.La Civica di Trento, con i suoi 350 posti letto divisi su quattro strutture, è sicuramente una delle realtà che ha chiuso il bilancio con il maggior debito. Oltre 1 milione di euro, compensato solo per metà dall'aiuto della Provincia che ha stanziato 34 euro al giorno per ogni posto convenzionato rimasto libero. Così, la perdita reale di 1 milione 20 mila euro si è ridotta a 580.180 euro. «Purtroppo molto dipende da come e quando il Covid ha colpito - spiega la presidente della Civica nonché ora dell'Upipa, Michela Chiogna. - A Gardolo i primi contagi ci sono stati già a marzo, poi agli Angeli Custodi, poi S. Bartolomeo e quasi indenne Gabbiolo. Su 350 posti siamo arrivati ad averne 70 di vuoti. Ora fortunatamente piano piano si stanno riempiendo anche se quaranta sono ancora liberi. E questo non è un problema solo nostro, ma di tutti. Ancora adesso gli ingressi non sono a regime. Ci sono ancora timori anche se le aperture delle strutture dovrebbero aiutare anche i parenti ad avere fiducia. In più, soprattutto nelle zone turistiche, molti tra coloro che hanno perso il lavoro si stanno dedicando all'assistenza. Per quanto riguarda il 2021 sarà opportuno riaprire un dialogo con la Provincia».
Altra Apsp che chiude con una grossa perdita è la Clementino Vannetti di Rovereto. Il saldo negativo era di 851.704 euro che però è sceso a 377.336 grazie al contributo provinciale di 474.368 euroStesso discorso per l'Apsp Santo Spirito-Fondazione Montel di Pergine. Qui il disavanzo era superiore ai 750 mila euro, il contributo della Provincia è stato di 499.664 e quindi il saldo finale si è fermato a -267.967Ovviamente ogni struttura ha entrate e costi diversi e quindi anche il bilancio complessivo è influenzato dai servizi che l'Azienda pubblica è in grado di fornire.
Nel caso dell'Apsp di Fassa, ad esempio, l'importo giornaliero di euro 34 che nel caso di questa struttura riguardava 2.689 giornate, avrebbe teoricamente portato nelle casse dell'Apsp 91.426 euro. La regola, però, prevede che il contributo non può essere superiore alla perdita di bilancio 2020, riferita al centro di costo Rsa. Considerato che l'Apsp di Fassa il centro di costo Rsa ha evidenziato una perdita di euro 52.080, questo è stato interamente coperto dal contributo provinciale.
Esempio ancora più virtuoso è quello dell'Apsp Opera Romani di Nomi, di cui è presidente ex presidente di Upipa Francesca Parolari. In questo caso la struttura ha addirittura chiuso con un utile di 331.582 euro. Stessa cosa per l'Apsp Santa Maria di Cles. Anche qui, senza aiuti pubblici, si è registrato un utile di circa 23 mila euro.