Operatori no-vax nelle Rsa, 18 sospesi nel Veronese. Verso la resa dei conti anche in Trentino
Su 18 mila operatori sanitari nella nostra provincia a fine aprile erano 5.500 quelli che non avevano aderito alla campagna vaccinale. Chi non si proteggerà rischierà anche la sospensione dello stipendio
VERONA. Diciotto operatori socio-sanitari che si erano rifiutati di sottoporsi al vaccino anti-Covid sono stati sospesi dal lavoro alla "Pia Opera Ciccarelli", fondazione di San Giovanni Lupatoto (Verona) che gestisce nove strutture per anziani con 640 posti letto per non autosufficienti.
La fondazione ha disposto in via cautelativa, che i dipendenti non possano più svolgere le proprie mansioni, in quanto costituiscono un potenziale pericolo per gli ospiti e per coloro che lavorano alla loro assistenza. Per Elisabetta Elio, direttrice dell'organizzazione, "chi ha deciso di non vaccinarsi costituisce una possibile fonte di rischio per la struttura in cui lavora. In alcune strutture per anziani, sia in altre province venete che nel Veronese, ci sono già stati focolai di contagio causati da lavoratori che non avevano voluto sottoporsi alla vaccinazione anticovid". I dipendenti della Pia opera Ciccarelli sono circa 700, di cui almeno 500 lavorano in ambito sanitario o assistenziale.
La situazione in Trentino
Su 18 mila operatori in Trentino a fine aprile erano 5.500 quelli che non hanno aderito. Fino a quella data si erano vaccinati l’89% dei medici e l’81% degli infermieri. Dopo l’operazione di convincimento dell’Azienda Sanitaria nei confronti di coloro che di farsi il vaccino non ne vogliono pensare proprio, partirà la linea dura: gli operatori no-vax rischiano trasferimenti e sospensione dello stipendio.