Case di riposo, ora i familiari di "Rsa Unite" chiedono libero accesso
Il Comitato: «Non ci sono più le motivazioni sanitarie per proseguire le visite secondo le modalità attuali ormai obsolete, modello "parlatorio"»
L'APPELLO Adesso aumentare la possibilità delle visite in presenza
UPIPA La nuova presidente è Michela Chiogna
TRENTO. Il Comitato Rsa Unite, costituitosi nel luglio dell'anno scorso tra i familiari di molte Rsa e Apsp del Trentino, ha deciso di mobilitarsi per ottenere il superamento delle attuali limitazioni alle visite agli anziani ospiti delle case di riposo.
Il Comitato ha infatti predisposto allo scopo un modulo di accesso e di uscita per i familiari degli ospiti di Rsa.
«Vengono meno - si legge nel documento del Comitato Rsa Unite - le motivazioni per proseguire le visite secondo le modalità attuali ormai obsolete, modello "parlatorio". A distanza di tutto questo interminabile tempo di distacco dai propri cari, molti familiari sono vaccinati e come tali devono poter accudire giornalmente i propri cari. Con il presente modulo, ed a norma di ordinanza ministeriale, si chiede l'accesso quotidiano, con registrazione di ingresso, ma senza prenotazione e senza limitazioni alla mobilità negli spazi interni e nel tempo, fin negli ambiti di degenza».
E in conclusione con il modulo «si dà informazione e si intima al Direttore Sanitario di dar corso alla presente richiesta».
«Dopo oltre quindici mesi da quel 5 marzo 2020 che per i residenti delle Rsa ha significato la rinuncia alla propria quotidianità e la privazione della continuità degli affetti delle persone a loro più care, - si legge in un comunicato del Comitato - il gruppo di coordinamento dei familiari del Trentino "Rsa_Unite" torna dunque a difenderne i diritti, proponendo un modulo di accesso e di uscita per i familiari delle Rsa, a norma di ordinanza ministeriale e avvallata da pareri di legali in sintonia con i proponimenti del coordinamento. Un modulo sufficientemente generale da poter essere applicato anche in altre province italiane.
"I familiari sono estenuati dal dover sottostare a restrizioni sproporzionate" - sostengono dal Comitato -
«Siamo in zona bianca, con 3 - 4 contagi medi al giorno su una popolazione di 545.425 residenti in provincia, gli anziani nelle Rsa praticamente tutti vaccinati e anche molti dei loro familiari. Ora è arrivato il momento di permettere l'accesso fino alle loro camere e permettere ai residenti di riprendere la quotidianità degli affetti così come avviene nelle abitazioni private per tutti coloro della loro stessa età e con condizioni di salute equiparabili: l'ordinanza dell'8 maggio 2021 lo permette»
.L'ordinanza a cui il comitato fa riferimento è quella del ninistro alla Salute Speranza che recita: «La pianificazione degli accessi e delle uscite deve tenere in debita considerazione non solo ai bisogni clinico-assistenziali-terapeutico dell'ospite, ma anche quelli psicologici, affettivi, educativi e formativi. Non da ultimo, anche le istanze dei familiari/visitatori con riferimento alla sfera relazionale-affettiva possono rappresentare un valido strumento decisionale nella pianificazione delle visite e delle uscite, affinché il protrarsi del confinamento degli ospiti/pazienti nelle strutture residenziali per causa del distanziamento sociale imposto non debba mai configurare una situazione di privazione de facto della libertà delle persone stesse».
Una privazione della libertà che sussiste, secondo il Comitato, in quanto ancora ad oggi le persone in Rsa «sono lasciate perlopiù sole ai piani oppure nei propri letti per la maggior parte del tempo, senza un sostegno psicologico o affettivo valido ad esclusione dei limitati momenti di assistenza diretta e quelle poche mezzore settimanali che sono permesse alle visite con i loro parenti».