Ritorno a scuola, Green Pass obbligatorio e il personale sprovvisto verrà sospeso
Il dirigente Ceccato conferma le linee guida della ripresa, con il nodo delle mense scolastiche dove la certificazione non è obbligatoria né per i ragazzi né per gli addetti
COVID Il ritorno degli universitari
TRENTO. Manca sempre meno all'inizio dell'anno scolastico, ma permangono alcune perplessità rispetto alla gestione Covid. Un breve aggiornamento sui numeri: a parlare è il dirigente generale del Dipartimento istruzione e cultura della Provincia, Roberto Ceccato, che rispetto alla percentuale di docenti non vaccinati di qualche settimana fa (ad inizio del mese il dato era di un 23% ancora da coprire), conferma che al momento la copertura è circa dell'80%, in miglioramento.
Tuttavia, spiega lo stesso Ceccato: «Nei restanti vanno considerati non solo coloro che non hanno intenzione di ricevere il siero, ma anche chi è stato vaccinato senza utilizzare i canali per docenti ed anche tutte quelle persone che, avendo contratto il virus recentemente, sono in attesa di vaccinarsi appena possibile».
Le tematiche comunque rimangono diverse, rispetto alle quali il dirigente ha cercato di fare chiarezza.
La sospensione del docente no-vax dopo cinque giorni.
Quella che sembra essere la linea dura adottata dal Governo centrale per contrastare la riluttanza alla vaccinazione da parte dei docenti, spiega ancora Ceccato, è in realtà un'indicazione ministeriale. «Si tratta di una dinamica perfettamente comprensibile - ha spiegato quest'ultimo, - ma che tuttavia può e deve essere valutata caso per caso. Ci è stato detto che solo dopo i cinque giorni possiamo avvisare un eventuale supplente, perché durante quel periodo non sappiamo se il docente tornerà effettivamente al lavoro e dunque, ad esempio, non possiamo muoverci fin dal primo giorno di assenza dell'insegnante. Dobbiamo capire in che ruolo cercare il sostituto, se si tratta dell'insegnante o di un impiegato ausiliario. Può essere quindi che le tempistiche si allungheranno, come normale che sia: valuteremo ogni casistica con attenzione».
Il green pass come caposaldo.
Indipendentemente dalle sopra citate casistiche, sarà il green pass il caposaldo del sistema scolastico. Senza certificazione verde, non si potrà accedere alle strutture scolastiche. Va però sottolineato che green pass non significa necessariamente vaccinazione: ai docenti infatti "basterà" presentare l'esito di un tampone negativo ogni due giorni (la validità infatti è di 48 ore e sembra che alcuni docenti si stiano già organizzando in questo senso) oppure il documento attestante l'avvenuta guarigione dal virus.
Rispetto ai controlli, Ceccato non ha dubbi: «Certo che, dal punto di vista della comodità e della sicurezza, è meglio essere vaccinati ed invitiamo tutti a farlo. Nel caso in cui però qualcuno volesse proseguire sulla strada del tampone, è libero di farlo: a noi basta che il docente in questione sia munito di green pass, è l'elemento chiave. Costo dei tamponi? L'amministrazione mette a disposizione i vaccini, mentre i check ogni due giorni saranno a carico dei professori».
Ed anche rispetto ai supplenti, la situazione non cambia: sguardo rivolto alla graduatoria ma, nel caso in cui un soggetto sia sprovvisto di green pass, si passerà direttamente al nome successivo.
Le mense scolastiche.
Qualche chiarimento in più invece è stato dato riguardo alle mense scolastiche. «In queste strutture, interne alla scuola, non è obbligatorio avere il green pass e questo vale anche per gli operatori che ci lavorano - ha concluso Ceccato - Qualche problema in più si genera per i ragazzi che dispongono di un buono, con quest'ultimo che può essere utilizzato solo in mense esterne alla scuola. Sappiamo che in questi luoghi il green pass è obbligatorio, quindi il ragazzo resterebbe tagliato fuori: su questo, il Governo non si è però ancora espresso e siamo in attesa di delucidazioni».