Salute / Il caso

Riforma della sanità trentina: il giallo del progetto dell’Azienda Sanitaria, accantonato per approvarne uno che scontenta tutti

Ci hanno lavorato i migliori esperti, con un incarico di 91 mila euro al dottor Trimarchi, ma il lavoro del «cubo di Rubik» non è piaciuto alla giunta perché non prevedeva gli «ospedali policentrici». La giunta ha previsto tre distretti, il piano accantonato ne indicava sei

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di Matteo Lunelli

TRENTO. Assume i contorni del giallo la delicata e discussa vicenda della riorganizzazione sanitaria dell'Apss. Nel mese di agosto, infatti, sono circolati 2 piani e 2 diversi progetti. Uno, poi votato dalla giunta provinciale nonostante la bocciatura di 8 diversi ordini professionali, dei sindacati, di cinque rappresentanti su sei della IV commissione (compresi alcuni membri della maggioranza) e della Consulta della salute, che parla di "ospedale policentrico" e di un massimo di 3 distretti sanitari.

Un altro, ritenuto decisamente migliore, ad esempio, dagli ordini di medici e infermieri e dalla Consulta della salute, ma anche dai sindacati, nel quale non si parla mai di ospedale policentrico e ci si sofferma su 6 distretti sanitari.

A portare avanti questo secondo piano di riorganizzazione non è stato un qualche ente privato o qualche singolo, ma la stessa Azienda sanitaria.

ANTONIO FERRO STEFANIA SEGNANA FIRMA DELL'ACCORDO FRA PROVINCIA AZIENDA SANITARIA E COOPERAZIONE PER NUOVI HUB VACCINALI CONTRO COVID 19 TRENTO 3 AGOSTO 2021 FOTO PAOLO PEDROTTI

Il caso è complicato e va spiegato, andando a ritroso almeno di qualche mese. A metà marzo, il giorno 19, l'Azienda sanitaria pubblica un avviso: in sostanza è a caccia di una consulenza per redigere il piano di potenziamento e riorganizzazione. Questo perché il giorno precedente, ovvero il 18 marzo, «il Direttore sanitario ha richiesto l'acquisizione di una specifica professionalità medica cui conferire un incarico a tempo determinato di durata triennale». Il direttore sanitario, lo scorso marzo, era Antonio Ferro.

Seconda tappa: il 29 aprile l'Azienda sanitaria conferisce l'incarico - con una retribuzione di 91 mila euro annui oltre a eventuali premi - al dottor Antonino Trimarchi. La concorrenza è sbaragliata, perché il veneto Trimarchi «ha un curriculum molto articolato con particolare attinenza alle funzioni previste dal bando». Effettivamente si tratta di un professionista stimato e di livello nazionale che come Ferro, arriva dal settore igiene e prevenzione.

Trimarchi crea un gruppo di lavoro, denominato "Cubo di Rubik". Ne fanno parte alcuni medici dell'Apss (Bonavita, Bravi, Brolis, Girardello, Gobber, Mantovani, Mariotti, Nava, Sforzin, Torri, Turra, Ferro) che si riuniscono e creano una presentazione del progetto. Si tratta di ben 60 pagine di slide - con tante citazioni, frasi ad effetto, fotografie - tutte legittimamente marchiate con il logo dell'Azienda sanitaria: d'altra parte Trimarchi è nominato dall'Apss, Ferro nel frattempo è diventato direttore generale e nel gruppo di lavoro ci sono in buona sostanza tutti i vertici aziendali, nella maggior parte dei casi promossi in tempi recentissimi proprio da Ferro.

Il punto sono i contenuti di quelle slide: non si accenna mai all'ospedale policentrico e i distretti individuati sono 6, uno ogni centomila abitanti circa e comunque considerando l'orografia del territorio, e non 3 come scritto nero su bianco dalla Provincia. Un piano in linea con le bozze ministeriali legate al Pnrr e, soprattutto, un piano che convince.

«Trimarchi è venuto dopo Ferragosto per presentarci le slide - racconta Marco Ioppi, presidente dell'Ordine dei medici - e i dettagli del suo piano. Quello che ci ha fatto vedere era una cosa completamente diversa dal piano della Provincia: basti pensare ai 6 distretti, come da indicazioni del Pnrr. E diciamo che quel piano, pur essendo solo embrionale, ci convinceva».

«Trimarchi ci ha contattati e ci siamo visti pochi giorni prima di Ferragosto - spiega Daniel Pedrotti, presidente dell'Ordine degli infermieri -. La sua proposta di riorganizzazione ci è sembrata una buona base di partenza, con spunti interessanti e incoraggianti, coerente con il piano nazionale. Se era lo stesso della Provincia? No, si trattava di due progetti differenti».

«Non si comprende - aggiunge Renzo Dori, presidente della Consulta per la salute - come il progetto predisposto dal gruppo di lavoro Apss e coordinato da Trimarchi non sia stato poi portato avanti e messo in delibera». Insomma, un piano di Apss (firmato anche da Ferro) viene presentato a metà/fine agosto e piace. Un altro piano della Provincia che verrà realizzato da Apss (presentato anche da Ferro) viene presentato a metà/fine agosto e non piace. Anzi viene proprio bocciato da tutti. Ma questo secondo piano viene inserito in delibera dalla giunta.

Resterà da capire, nelle prossime settimane, cosa ne sarà di quelle 60 slide e, soprattutto, cosa farà l'Apss: la nomina di Trimarchi resterà valida? Gli verrà chiesto di rifare il piano secondo le indicazioni di Segnana e Fugatti? I distretti saranno 6 (nero su bianco da Apss) o 3 (nero su bianco dalla Provincia)?

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