Movida, il nuovo Commissario del Governo propone lo «street tutor», come aveva fatto a Bologna
Il prefetto Bernabei promette anche lotta alla droga, attenzione alta contro le infiltrazioni mafiose, e commenta infine le manifestazioni dei «no green pass» ogni settimana
TRENTO. «A Trento ritrovo alcune delle questioni che ho ritrovato nelle sedi precedenti in cui ho operato come questore. Vi è il tema della droga, quale fenomeno dilagante, e quello della movida notturna, comune a molte città universitaria». Così il nuovo commissario del Governo della Provincia di Trento, il prefetto Gianfranco Barnabei, in occasione della prima conferenza stampa a seguito dell'insediamento. Barnabei ha auspicato un coinvolgimento delle parti sociali per risolvere il problema della domanda di sostanze stupefacenti, da affiancare all'attività di repressione delle forze dell'ordine, mentre per la movida ha ipotizzato l'introduzione di uno “street tutor”.
«A Trento vi sono le stesse criticità di altre città, un po' per conformazione urbanistica, che non favorisce convivenza, un po' perché fenomeno sociale diventato prevalente nelle città universitarie. Lo sforzo sarà conciliare i diritti di svago e quelli di riposo, contenendo gli eccessi. Ideale sarebbe definire strutture con spazi per lo svago lontano da aree residenziali. Vengo da città con esperienza di "street tutor”, una figura in strada che, come avviene negli stadi, evita gli eccessi», ha specificato Barnabei.
Il Commissario ha anche parlato delle proteste dei no green pass. «Le disposizioni nazionali sulle manifestazione relativa ai Green pass prevedono che si possano svolgere ma senza degenerare in violenza di piazza. Statisticamente, in ogni caso, stiamo parlando di una minoranza all'interno di una minoranza», ha detto Bernabei, in relazione alle manifestazioni che ogni sabato si tengono nel capoluogo contro l'introduzione della certificazione verde.
«Vi è un problema culturale, in alcuni casi ideologico, rispetto al quale la cultura scientifica cerca di creare un argine, ma mi pare più un problema di sanità più che di interlocuzione istituzionale», ha poi aggiunto, precisando che non saranno comunque premesse degenerazioni nella violenza.
Il nuovo prefetto è intervenuto anche sul tema delle inflitrazioni mafiose in Trentino, affermando di essere «consapevole del pericolo» e di garantire una «vigilanza molto alta», e sulla violenza di genere, per cui ha parlato di una normativa «tra le migliori in Europa».
«Gli strumenti a disposizione riescono a risolvere tante soluzioni, almeno finché non ci si scontra con la follia», ha commentato. (