Vaccino antinfluenzale, medici di base sul piede di guerra con l’Azienda Sanitaria: «80 dosi per dottore, ci bastano si e no per un giorno»
Scarsa comunicazione, incertezza sull’arrivo delle altre fiale, e la Cisl Medici consiglia di mandare tutti i pazienti all’hub vaccinale, a Trento parte domani, a Rovereto lunedì. E da noi niente fiale in farmacia, come nel resto d’Italia
TRENTO. La campagna vaccinale contro l’influenza è partita ufficialmente ieri ma è già scontro tra medici di base e Azienda sanitaria. Non solo le prime giornate di somministrazione saranno tutte in carico ai medici di famiglia (l’hub di San Vincenzo inizierà a dedicarsi alla vaccinazione antinfluenzale solo da domani, a Rovereto si partirà lunedì prossimo), ma la categoria denuncia una penuria di dosi disponibili: si partirà con 80 dosi per ciascun medico, anziché le 200 con cui si era partiti lo scorso anno.
«Siamo imbufaliti - tuona Nicola Paoli, segretario generale della Cisl medici del Trentino - perché dopo aver annunciato la partenza della campagna vaccinale con la garanzia di “ampia disponibilità di dosi garantite e di adeguata fornitura”, l’Azienda sanitaria ci riserva ora una realtà diversa: ai medici di medicina generale è stato comunicato che le dosi da ritirare sono razionalizzate a 80 per medico, quando ciascuno di noi ha in media da vaccinare tra i 400 e i 600 pazienti. Non si ha modo di sapere dall’Azienda sanitaria quando i medici riceveranno la seconda, terza, quarta tranche, obbligando i pazienti, ripetutamente, a muoversi a vuoto per raggiungere gli ambulatori o stressando i nostri professionisti con telefonate continue».
Problemi non solo sui numeri, ma anche sulla logistica: «Per ritirare questa minima quantità di dosi che non basta nemmeno per un giorno di ambulatorio, specie per chi - tra i medici di medicina generale - si era organizzato con le liste di centinaia di pazienti anziani e con patologie croniche a partire dal primo giorno di somministrazioni, la strada si annuncia lunga e tortuosa, dato che la consegna avverrà in una fascia di una sola ora, ed a Trento addirittura prenotando con la possibilità di ritiro tra le 7.30 e le 8.30».
Paoli denuncia poi aggravi dal punto di vista burocratico: «Le schede da compilare per ciascun paziente da vaccinare non sono previste né nel contratto provinciale né nel progetto specifico per i medici di base e creano una iper burocratizzazione odiosa che scoraggia i medici di famiglia, ancora alle prese con il carico di lavoro già di per sé aggravato dalla pandemia, con un carico doppio rispetto all'ordinario. Non ci viene spiegato chiaramente in maniera univoca e ufficiale se possiamo vaccinare tutti i nostri pazienti come da direttive ministeriali o privilegiando solo quelli sopra i sessanta anni come sembrerebbe volere l’Azienda sanitaria. Il tutto tenendo presente che ognuno di noi ha circa 400 anziani da vaccinare».
Una situazione che la Cisl medici ha definito insostenibile, tanto da annunciare contromisure: ha consigliato ai propri iscritti di inviare i pazienti seguiti agli hub vaccinali: «Non ricevendo alcuna spiegazione ufficiale ma, piuttosto, spiegazioni non sempre univoche dai vari distretti, quindi, sta valutando con i propri medici, prima di un assalto alle nostre sedi, di inviare i propri concittadini - parliamo di 250.000 pazienti su 450.000 - agli hub pubblici. Cosi potremo dedicarci meglio alle visite in studio e a domicilio senza dover fare i burocrati o i “codisti” dei distretti».
Al di là della partenza - che si annuncia dunque difficoltosa - negli ambulatori dei medici di base, la campagna vaccinale contro l’influenza entrerà nel vivo a partire da domani, come ha annunciato la dottoressa Maria Grazia Zuccali dell'Unità operativa igiene e sanità pubblica dell’Azienda sanitaria: «Il 4 novembre apriranno l’hub di San Vincenzo per gli adulti, con il drive through, e gli ambulatori di viale Verona per i bambini a rischio.
In provincia altri ambulatori daranno dei distretti il via alle vaccinazioni tra domani e venerdì, a Rovereto si partirà lunedì. Nel frattempo, in attesa che dalla task force provinciale arrivino indicazioni precise sulle date, il direttore generale dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro ha detto che tutto potrebbe essere pronto entro la fine della settimana per partire con la terza dose della vaccinazione anti-Covid per gli over 60: potrà essere somministrata assieme all’antinfluenzale.
Infine, una anomalia tutta trentina: in tutta Italia (escluse Basilicata, Trentino e Alto Adige), si è raggiunto un accordo per eseguire le vaccinazioni antinfluenzali in farmacia e la campagna è già partita da due settimane. Ma in Trentino capita ancora – come è successo a noi sabato – di sentirsi dire dal Cup che «occorre prenotarsi online», mentre il Servizio Rapporti con il Pubblico dell’Azienda Sanitaria ci ha detto che «assolutamente bisogna rivolgersi al medico di base». Molti dei quali, però, non hanno ancora iniziato o non hanno dosi a sufficienza.