Azienda Sanitaria, un boom di lamentele degli utenti, l’anno scorso più che triplicate: ecco cosa non funziona
Il punto sulle disfunzioni registrate dagli utenti: tanta tensione per i tempi di attesa, gli anziani lamentano di essere costretti a usare i servizi online, e alla fine si è quasi obbligati ad andare a pagamento
TRENTO. Lo scorso anno le segnalazioni all'Urp (ufficio relazioni con il pubblico) dell'Azienda sanitaria sono più che triplicate rispetto all'anno precedente. 55 mila tra telefonate, fax o mail dovute - secondo la Consulta della Salute - «al forte stress accusato dalla popolazione dovuto essenzialmente ad una carenza di informativa su percorsi di cura, su esami e controlli programmati e poi slittati, sulla sospensione e/o dilazionamento di interventi e prestazioni sanitarie specialistiche e strumentali»
I dati, inoltre, evidenziano che le chiamate al Cup nel periodo giugno-settembre 2020 erano state oltre l'83% in più rispetto allo stesso periodo del 2019 e la capacità di risposta del sistema prenotazioni era stata pari a circa il 50% delle richieste. Più che ovvio, quindi, che in molti si siano lamentati.
Di questo si è parlato nelle scorse settimane in un incontro tra Apss e la Consulta della salute per fare il punto sulla situazione. Si è ragionato su numeri piuttosto datati (quelli del 2020) ma che hanno evidenziato una situazione che non è molto cambiata nel corso dei mesi.
Sforamento dei tempi dei Rao con prestazioni senza priorità per le quali bisogna attendere molti mesi, tempi d'attesa lunghi per prendere la linea al Cup, richiesta di percorsi preferenziali per disabili e fragili al pronto soccorso.
Fra le criticità evidenziate all'Urp nell'arco del 2020 c'è la difficoltà per molti anziani nella stampa dei referti e utilizzo Trec/Fast Trec; le difficoltà per la prenotazione tramite numero dedicato dei prelievi/servizi anagrafe (albero vocale complicato); la qualità del servizio delle guardie mediche non sempre ritenuta all'altezza; l'assistenza odontoiatrica secondo i Lea Provinciali non corrispondente alla domanda e con ambiti territoriali per l'indiretta troppo vasti; tempi di attesa per diverse prestazioni specialistiche e agende non disponibili su diverse specialità con disagi per i cittadini che devono continuare periodicamente a telefonare al Cup; visite di controllo non prenotate direttamente al momento della prima visita e medici di medicina generale non sempre reperibile nemmeno telefonicamente.
Alla luce delle tante segnalazioni la Consulta della salute, guidata da Dori, ha inviato all'Apss una lettera nella quale condivide anche le considerazioni dei referenti del Tribunale per i diritti del malato e chiede di intervenire al più presto per far fronte ai bisogni primari della popolazione.
Tra varie richieste c'è quella di migliorare la formazione degli operatori sul tema delle relazioni e dell'umanizzazione, elemento fondamentale per costruire un rapporto positivo ai fini della presa in carico. Vero che questo periodo ha aumentato il carico di lavoro e stress per tutti gli operatori, ma questo non deve pesare sui pazienti loro stessi vittime di una pandemia che ha aumentato i bisogni di prestazioni.
La Consulta chiede poi di sviluppare ulteriormente la medicina a distanza e di tenere in considerazione i tempi d'attesa eccessivi per i percorsi riabilitativi dei soggetti con gravi disabilità. Attenzione è stata poi posta sulla questione dell'impossibilità da parte degli operatori del Cup di prenotare esami o visite adducendo la motivazione che "l'agenda" ancora chiusa.
«Le liste d'attesa - viene sottolineato - creano sofferenza in chi richiede un intervento di cura e presa in carico». Inoltre viene ribadito che la risposta ai bisogni dei cittadini deve essere assicurata attraverso il servizio sanitario pubblico evitando derive verso il privato a cui spesso il cittadino deve ricorrere per aver risposte certe in tempi certi».
Messe nero su bianco, poi, due grosse problematicità evidenziate da due importanti associazioni. L'Anffas ha segnalato che a tutt'oggi non sono stati realizzati percorsi facilitati di accesso al pronto soccorso per le persone fragili (disabili, grandi anziani, persone affette da demenza) con l'introduzione del cosiddetto "codice argento". «La realizzazione di tale facilitazione con conseguenti tempi di attesa minori e possibilità di accompagnamento per il caregiver, sono di fondamentale importanza in una situazione di accesso urgente ad una struttura ospedaliera».
Altro fronte caldo è quello fatto presente dall'Associazione diabetici che lamenta una carenza strutturale di organici medici e infermieristici nelle strutture preposte ai controlli e alle cure costringendo molte persone affette da diabete a rivolgersi alle strutture private. In tale contesto di gravi carenze dei servizi preposti nonché delle dotazioni e utilizzo di nuove tecnologie (sensori sottocutanei e microinfusori).
Risulta inoltre negativo il giudizio sulla scelta di depotenziare i centri specialistici ricorrendo ai medici di base già oberati di altre prestazioni e in alcuni casi non puntualmente aggiornati.