La tragedia di Lorenzo Parelli, gli studenti manifestano in via Verdi contro le norme sull'alternanza scuola-lavoro
Anche in città oggi, 28 gennaio, l'iniziativa per contestare i percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento (Pcto), dopo la morte in fabbrica del 18enne in Friuli. La denuncia: "Ci vengono sottratte ore di studio per farci lavorare gratis nelle aziende". Giovani in piazza anche in altre città italiane, in qualche caso ci sono stati confronti con la polizia e lanci di vernice rossa contro le sedi di organizzazioni di categoria degli industriali
IL BLITZ Trento, vernice rossa sul palazzo dell'Istruzione
TRAGEDIA Friuli sotto shock: ultimo giorno di stage, muore a 18 anni
TRENTO. Una settantina di persone, tra studenti, esponenti politici e portavoce di associazioni locali, hanno manifestato in via Verdi, a Trento, contro la legge che prevede l'alternanza scuola-lavoro.
L'iniziativa, promossa dall'Unione degli universitari di Trento (Udu) e dalla Rete degli studenti medi, si inseriva nell'ambito della mobilitazione nazionale in ricordo di Lorenzo Parelli, il 18enne rimasto ucciso durante lo stage in provincia di Udine.
Hanno aderito alla manifestazione Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Unitin, Futura Trento e le sezioni provinciali di Arci, Anpi, Arcigay, Rifondazione comunista e Forum Mimmo Lucano.
"Quanto accaduto a Udine è un fatto gravissimo e una tragedia, ma è anche sintomatico di un sistema sbagliato, da cui emergono due grandi emergenze per il Paese: la questione della sicurezza sul lavoro e gli stage scolastici, i Pcto, percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento.
Gli studenti vengono mandati in luoghi di lavoro che troppo spesso non sono sicuri, con una logica sbagliata di sottrarre ore di studio a favore dell'inserimento in un'azienda per lavorare gratis", ha spiegato il portavoce di Udu, Federico Amalfa.
Tre giorni fa un blitz notturno, a Trento, durante il quale sono state coperte di vernice rossa le vetrate dell'ingresso al palazzo dell'Istruzione, sede del dipartimento provinciale. All'esterno una scritta dedicata al giovane studente morto in Friuli.
Gli studenti oggi sono scesi in piazza anche in altre città d'Italia, in qualche caso ci sono stati scontri con le forze dell'ordine.
Parelli, diciottenne, è morto esattamente una settimana fa dopo essere stato colpito da una sbarra di acciaio da un quintale e mezzo l'ultimo giorno di percorso duale alla Burimec di Lauzacco.
Oggi le organizzazioni degli studenti hanno manifestato in numerose città del Paese, cominciando da Udine, nella cui provincia viveva Lorenzo e dove si sono radunate alcune centinaia di ragazzi.
Subito dopo è stata la volta di Torino, dove si sono verificati i primi scontri.
I giovani hanno tentato di sfilare in corteo, nonostante il divieto per le restrizioni della zona arancione, ma sono stati respinti dalla polizia con cariche di alleggerimento all'altezza di corso Siccardi.
Circa duecento giovani in piazza Arbarello hanno cercato di forzare gli sbarramenti delle forze di polizia anche utilizzando un furgone per raggiungere il centro.
Nelle prime fasi, si è resa necessaria una breve azione di alleggerimento delle forze dell'ordine, poi è tornata la calma e i ragazzi si sono riuniti in assemblea.
Gli studenti hanno fatto sapere che una decina di loro sono rimasti feriti e hanno continuato a chiedere l'abolizione dell'alternanza scuola lavoro.
A Napoli, così come a Milano, gli studenti hanno preso di mira le sedi delle organizzazioni imprenditoriali.
In piazza dei Martiri studenti e attivisti dei Centri sociali hanno lanciato vernice rossa sul portone della sede dell'Unione degli industriali e tentato di forzare il cordone delle forze dell'ordine che hanno però risposto con una carica.
I manifestanti si sono allora diretti in Piazza Vittoria dove hanno fatto un blocco stradale allontanandosi poi in corteo lungo via Partenope.
A Milano scontri davanti alla sede di Assolombarda dove gli studenti hanno manifestato perché "questa scuola ci sta uccidendo".
Altre manifestazioni si sono tenute a Roma, Cagliari, Terni, Catania, per contestare il fatto che "da ministero e governo non è stato detto nulla sulla morte di Lorenzo. Fare finta di nulla o trattarla come un tragico incidente non è utile a nessuno.
Le indagini proseguiranno, ma è evidente che un problema ci sia e sia profondo".
Sulla vicenda di Lorenzo è intervenuta anche l'assessora al Lavoro del Friuli, Alessia Rosolen, che, parlando al congresso della Fim-Cisl sulla morte di Lorenzo Parelli, ha detto: "Siamo tutti dalla stessa parte, istituzioni, parti datoriali, enti nazionali e sindacati".
Dal punto di vista giudiziario, c'è una seconda persona che risulta indagata nella vicenda, è il primo operaio che soccorse Lorenzo, un atto di garanzia depositato prima dell'autopsia, eseguita dal pomeriggio dal medico legale Carlo Moreschi.
L'altro indagato è Pietro Schneider, di 71 anni, legale rappresentante dell'azienda. L'operaio non ha particolari incarichi in azienda e sarebbe ancora sotto choc per l'incidente.
Titolare dell'inchiesta è la pm Lucia Terzariol, le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Udine e ai colleghi della Compagnia di Palmanova.
Nulla invece si è saputo degli esiti dell'autopsia, se non quanto era già noto e cioè che a causare la morte di Lorenzo è stata la trave di acciaio che gli ha causato letali lesioni cranio-encefaliche.
All'esame ha partecipato anche Giacomo Flammini, medico legale esperto in traumatologia, indicato da Schneider.
Domani, 29 gennaio, la salma potrebbe essere consegnata alla famiglia assieme al nullaosta per la sepoltura.