Stop alla plastica e anche ai bicchieri compostabili: alle macchinette si va con la propria tazza
La delibera provinciale: anche nei distributori automatici è previsto l'utilizzo di bicchieri e tazze personali riutilizabili. Nei punti di ristoro accessibili al pubblico (scuole, uffici eccetera) obbligo di fontanella per l'erogazione dell'acqua di rete per riempire le borracce. Negli eventi sostenuti dalla Provincia si dovranno usare solo prodotti lavabili
LO STOP Ecco la delibera che bloccherà la plastica. Ma le aziende fanno ricorso
TRENTO. Dal gennaio 2023, nella distribuzione automatica di bevande e alimenti negli enti pubblici e per l'ottenimento del marchio "Ecoristorazione Trentino", l'acqua non verrà più venduta in bottiglia.
Al suo posto ci saranno erogatori di acqua microfiltrata, per il riempimento di borracce o bottiglie.
E pure l'erogazione del bicchiere monouso biocompostabile sarà disincentivata, per privilegiare l'uso di bicchieri o tazze personali.
Per usare il bicchiere biocompastabile, ci sarà quella che le imprese che si oppongono alle nuove misure considerano una "sanzione amministrativa" impropria: si dovrà pagare un costo aggiuntivo di 0,50 euro.
E dovrà essere installato un lettore ottico per impedire la discesa del bicchiere monouso.
Nei punti di ristoro accessibili al pubblico (uffici, università, ospedali, stazioni, etc.), ci dovranno essere fontanelle o "case dell'acqua" per l'erogazione dell'acqua di rete, che consentano il riempimento di bottiglie massimo da un litro.
E ci saranno a disposizione, a pagamento, borracce in alluminio anodizzato, acciaio o con interno in vetro e/o bottiglie di vetro».
Le bevande analcooliche saranno per la quasi totalità bandite: cole, aranciate, chinotti, thè freddi, aperitivi, acque toniche.
Sono invece permessi succhi di frutta, centrifughe e spremute, ma con limitazioni: spremute e centrifughe, estratti di frutta e ortaggi solo alla spina; succhi di frutta solo se confezionati in vetro a rendere.
Qualsiasi altra tipologia di bevanda, rinfrescante, gassata, non gassata, come detto, non può essere venduta, né alla spina, né in vetro o altro materiale.
Dall'1 luglio 2002, per la somministrazione/vendita di alimenti e bevande negli eventi sostenuti dalla Provincia, è obbligatorio eliminare piatti, bicchieri e stoviglie monouso, utilizzando invece prodotti lavabili.
In questi eventi si potrà somministrare solo acqua del rubinetto e ci sarà lo stop ad alimenti e bevande in confezione monodose, né si potranno usare cialde o capsule in plastica per il caffè.
I servizi di ristorazione affidati all'esterno, dovranno privilegiare i ristoranti con marchio "Ecoristorazione Trentino", e tale marchio si potrà ottenere eliminando l'uso di confezioni monodose e di prodotti monouso (stoviglie, bicchieri, piatti e forchette).
Per le imprese della filiera, tale limitazione indistinta per tutti i prodotti monouso non è legittima, in quanto le norme «consentono a certe condizioni l'utilizzo dei prodotti monouso in bioplastica biodegradabile e biocompostabile».
E, poi, ci sono gli aspetti concreti: il fatto che il "lettore ottico" per impedire la discesa del bicchiere è applicabile solo ai distributori automatici di nuova generale, che non tutti i prodotti sfusi possono essere erogati dal distributore automatico, che la sostituzione degli alimenti freddi richiederebbe importanti investimenti per modificare magazzini e furgoni per la gestione della catena del freddo.
I criteri ambientali fissati dalla Provincia, in altre parole, colpiscono «intere filiere produttive».
Per questo, aprendo la battaglia al Tar, le imprese si riservano «ogni eventuale azione risarcitoria per il danno patito e patiendo».