Guerra / La solidarietà

Profughi ucraini in Trentino, oggi si toccherà quota mille. Ancora incertezze sul campo da creare in Moldavia

Continuano gli arrivi di persone in fuga dalla guerra, sopratuttto donne e bambini. Intanto servono nuove verifiche, specie sulla sicurezza dei lavoratori, a proposito del progetto di una struttura di accoglienza da realizzare a cura della Provincia, vicino al confine del Paese invaso dalla Russia

IL PUNTO Kiev, bombardanto dai russi anche uno stabilimento aeronautico
GLI ATTACCHI Bombe russe su Kiev, colpito un condominio: morti e feriti
PANDEMIA Allarme dell'Oms: si rischia anche un'impennata del covid

di Chiara Zomer

TRENTO. Il conto è a spanne, ma ci si può sbagliare di poco: entro stasera saremo a quota mille profughi ucraini, approdati in Trentino.

Qualcuno è ancora qui, da familiari o ospite della macchina dell'accoglienza, qualcun altro si è già spostato verso altre città.

Ma questi numeri dicono due cose: che l'emergenza non è destinata a terminare tanto in fretta e che la macchina dell'accoglienza sarà probabilmente messa sotto stress, nelle prossime settimane. Non è un caso che oggi si faccia il punto, in un vertice tecnico tra Cinformi, operatori comunali, Caritas e soggetti che a vario titolo sono coinvolti nel servizio. Vertice in cui si valuterà, tra l'altro, quando aprire casa San Giovanni: ormai l'ostello è pieno e anche all'hotel Oasi iniziano ad essere parecchi gli ospiti, solo pre restare nell'orizzonte del capoluogo.

E oggi potrebbe essere la giornata decisiva anche per capire quale sarà l'impegno della nostra protezione civile.

Due i fronti aperti: l'eventuale allestimento di un campo profughi in Moldavia - oggi un confronto tecnico con la protezione civile moldava - e la predisposizione di una colonna di aiuti umanitari, per portare derrate e farmaci raccolti dall'associazione Rasom. Ma le novità delle ultime ore, sul fronte del conflitto, rischiano di rallentare anche l'attività della protezione civile, la cui priorità non può che essere la sicurezza dei propri operatori.

In assenza di corridoi umanitari, rimane la possibilità di fuggire e affidarsi ai pulmini che, in modo volontario, associazioni e privati cittadini organizzano in questi giorni. Il conto di chi arriva così, un po' alla spicciolata, si fa in fretta.

Fino a sabato sera erano 766 le persone ospitate da privati, a cui si aggiungono 178 accolte da febbraio ad oggi dal Cinformi (ora sono 121). Significa che ieri mattina già si era arrivati a quota 944 persone.

Oggi con ogni probabilità si farà un passo avanti, per capire se la colonna mobile trentina partirà e in quali tempi. Ma la situazione è più complicata di quel che si poteva immaginare in un primo momento. Perché si deve partire da un aspetto: la priorità è far lavorare in sicurezza operatori e volontari trentini. Oggi dovrebbe partire personale trentino, che sul posto sarà in grado di valutare, assieme alla protezione civile moldava, se vi sono le condizioni per installare un campo profughi e dove. Ma par di capire che nulla è deciso e che la situazione evolve di ora in ora.

L'ARTICOLO COMPLETO E ALTRI APPROFONDIMENTI SULL'ADIGE DI OGGI

comments powered by Disqus