Il Progettone ha dato lavoro a 34.600 persone, ora cambia: ecco quali saranno le novità
Da strumento per accompagnare fino alla pensione chi è stato licenziato, ora si vuole trasformarlo in un intervento per aiutare i lavoratori fragili a trovare un nuovo posto. Non tutti però sono d’accordo con l’idea dell’assessore Spinelli
TRENTO. Non è partita con il piede giusto la riforma del cosiddetto "Progettone", ovvero quello strumento introdotto con una legge provinciale nel 1990 per dare occupazione alle persone che avevano perso il lavoro e che erano più difficilmente ricollocabili - soprattutto per l'età - prevedendone l'impiego in lavori di recupero e valorizzazione del territorio o comunque in attività utili per la comunità.
I sindacati, che lamentano una mancanza di concertazione, non hanno votato per protesta la proposta di disegno di legge dell'assessore Achille Spinelli presentata in Commissione per l'impiego, e anche molti sindaci, tra cui quelli di Trento e Rovereto, si sono astenuti sul parere, anche in questo caso sia per ragioni di metodo che di merito.
D'altronde il Progettone è uno strumento originale e innovativo che ha consentito al Trentino di affrontare un periodo di forte disoccupazione meglio di altre regioni dando lavoro invece che limitarsi ai sussidi di disoccupazione.
Negli anni - si legge nella relazione al disegno di legge - i disoccupati coinvolti nel Progettone «sono stati migliaia (sommando il numero di lavoratori coinvolti dal 1986 al 2020 si arriva a circa 34.600 persone), dopo l'ultima grande crisi economico-finanziaria del 2008/2009, nel 2011 i lavoratori impiegati nel Progettone erano più di 1.400 unità (tra il 2007/2008 erano poco più di 900), con una crescita continua che ha raggiunto le 1.839 unità nel 2018, con successiva contrazione a 1.744 unità nel 2019 e 1.689 unità nel 2020.
Tra il 2019 ed il 2020 l'età media dei lavoratori si attestava intorno ai 60 anni, con il 41,2% di over 60 ed il 57% dei lavoratori con limitazioni fisiche o prescrizioni mediche. Gli ambiti di intervento previsti sono stati estesi aggiungendo, oltre alle attività cantieristiche di carattere ambientale, anche una serie di servizi di pubblica utilità quali, ad esempio, la custodia ed il presidio di musei, biblioteche e attività di supporto al back office amministrativo delle strutture provinciali.
L'assessore Spinelli ha spiegato che la riforma è necessaria perché è cambiata la normativa europea in materia di contratti pubblici, di Servizi di interesse generale, di Enti del terzo settore e poi ora il mercato oggi non trova lavoratori mentre il Progettone «rischiava di diventare una forma di assegno unico provinciale aggiuntivo».
Insomma, la riforma serve a ridefinire il Progettone da strumento che accompagna il lavoratore disoccupato sino alla pensione, a misura che punta al reinserimento nel mercato del lavoro del lavoratore maturo disoccupato. Altro obiettivo dichiarato è anche quello dunque di ridurre gli stanziamenti necessari per sostenere lo strumento. E proprio sulle risorse i sindacati hanno espresso preoccupazione.I soggetti impiegati nei servizi di pubblica utilità saranno individuati dall'amministrazione, tra chi appartiene alle fasce deboli e iscritti in apposite liste.
Per la realizzazione del Progettone, la Provincia ha facoltà di coinvolgere, mediante conferimento di atti di incarico, organizzazioni private (enti del terzo settore o cooperative sociali) che si rendano disponibili a realizzare le attività e che perseguano una missione coerente con l'incarico, reinvestano i profitti, abbiano strutture societarie basate sul principio di azionariato dei dipendenti.
Gli atti di incarico sono adottati a seguito di procedure aperte, trasparenti, non discriminatorie e rispettose dei principi di economicità, efficienza ed efficacia. La definizione dei criteri e delle modalità di svolgimento della procedura di selezione del soggetto da incaricare avviene con deliberazione della giunta provinciale.Il testo di legge prevede poi che la giunta approvi, previo parere della commissione provinciale per l'impiego, un piano delle attività del Progettone triennale, compatibile con gli stanziamenti di bilancio, con i fabbisogni di inserimento lavorativo e con gli altri interventi di politica del lavoro.
Il piano può essere aggiornato, spiega la relazione di Spinelli, definendo le misure di coordinamento e organizzative volte ad assicurare una maggiore efficienza in relazione alle strutture coinvolte. Nel piano possono essere inserite anche proposte provenienti da altri enti pubblici del territorio, da enti strumentali sia della Provincia che degli enti locali; nel qual caso l'inserimento da parte degli enti proponenti può essere subordinato alla compartecipazione alla spesa in misura stabilita dalla Giunta. Il Consiglio delle autonomie, nelle sue osservazioni al disegno di legge, ha chiesto di essere coinvolto nella definizione del piano triennale con la previsione dell'intesa con la Provincia.Il disegno di legge elenca poi nel dettaglio le attività che possono svolgere le persone impiegate nel Progettone.
E sono: conservazione del patrimonio ambientale e naturale e cura del verde, nonché conservazione del patrimonio culturale, archivistico e museale, quando hanno ad oggetto attività accessibili al pubblico gratuitamente; conservazione e cura di impianti sportivi, nonché conservazione ambientale funzionale alle attività turistiche, quando le strutture o gli interventi non generano reddito; gestione di situazioni emergenziali in materia di protezione civile.
Ottenuto il parere favorevole con osservazioni - pur con 10 astenuti - del Consiglio delle autonomie ora il disegno di legge approderà in commissione consiliare.