Scuola / La ripartenza

Questa mattina il ritorno sui banchi per gli studenti trentini, nel segno della normalità

Sono quasi settantamila gli iscritti fra elementari, medie e superiori: si rientra senza più le restrizioni per covid

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TRENTO. Una domenica di sole ieri ha rappresentato l'ultimo giorno di estate e di vacanze per 69.308 studenti trentini, oltre a 6.317 docenti, contando solo quelli di ruolo, e 1.703 tra personale amministrativo e assistenti educatori di ruolo.

Insomma quasi 80 mila persone che dopo 93 giorni, per un totale di 13 settimane, sono in attesa della prima campanella, che suonerà stamattina, 12 settembre.

Il personale della scuola, in realtà, è al lavoro già da qualche giorno: presidi, insegnanti, Ata, amministrativi sono impegnati in riunioni organizzative perché domani sia tutto pronto. Quest'anno, a differenza degli ultimi due, il tema e il problema del Covid è solo sullo sfondo: niente mascherine, capienza dei trasporti regolare, regole sostanzialmente azzerate.

Il rientro sarà quindi all'insegna della normalità e di un pizzico di attenzione, nella speranza che la situazione non si aggravi. I numeri della scuola. A fronte di un lieve calo della popolazione studentesca, che passa dai 69.560 iscritti dello scorso anno ai 69.308 iscritti dell'anno che sta per iniziare, nelle scuole statali e provinciali le classi sono 3.279 con 6.724 cattedre. Nel dettaglio, dei 69.308 studenti iscritti, 25.290 frequenteranno la scuola primaria, 16.767 la scuola secondaria di primo grado, 21.593 la scuola secondaria di secondo grado e 5.658 l'istruzione e formazione professionale.

I dati complessivi del nuovo anno scolastico evidenziano un leggero calo della popolazione scolastica (-0,36%) così suddiviso: -0,94%% alle elementari, -0,42% medie e -4,33% nella formazione professionale, mentre gli iscritti alle superiori aumentano dell'1,48%. Le scelte degli studenti confermano una tenuta delle iscrizioni ai licei (46%), seguiti dai percorsi tecnici (31%), dalla formazione professionale (21%) e dagli istituti professionali (2%). Gli studenti con bisogni educativi speciali certificati sono 2.892, di cui 1.935 alla scuola primaria e secondaria di primo grado, 394 alla secondaria di secondo grado e 563 all'istruzione e formazione professionale.

Infine i docenti di ruolo delle scuole statali e provinciali sono 6.317, rispettivamente 2.763 alla primaria, 1.499 alla secondaria di primo grado, 2.055 alla secondaria di secondo grado, mentre il personale amministrativo e gli assistenti educatori di ruolo sono 1.703. Il nodo dei trasporti. La riapertura delle scuole porta in dote la questione legata ai trasporti, con decine di migliaia di studenti da portare in classe e poi riportare a casa. Quest'anno il tema centrale è quello della Valsugana: come si ricorderà nelle ultime settimane, e fino ad oggi, i treni tra Trento e Bassano sono stati sospesi per via del problema di usura delle ruote, che costringe a una manutenzione straordinaria dei mezzi molto frequente.

La Provincia ha annunciato che da lunedì 12 «in accordo con le società Trenitalia e Trentino trasporti, è stato programmato l'impiego di un numero di treni sufficienti a garantire almeno il 50% delle corse lungo la ferrovia della Valsugana».

Insomma: prima erano i treni, poi sono stati gli autobus sostitutivi e ora si passa a un "mezzo e mezzo", con l'utilizzo dei treni sulle corse che presentano carichi più rilevanti. «In particolare - spiega in una nota l'assessore Mattia Gottardi - nei giorni feriali saranno garantiti 24 treni su 48 e nei giorni festivi saranno garantiti 10 treni su 18. Tutte le altre corse saranno sostituite con servizio effettuato da autobus».

Ora, ovviamente, la domanda è semplice: questo cinquanta per cento di treni sarà sufficiente per garantire un buon servizio agli utenti - studenti e non - o ci saranno dei disagi?

I dati, raccolti e analizzati dal mobility manager della Provincia Roberto Andreatta, dicono che il sistema reggerà. «Va fatta una premessa: negli ultimi anni, per la pandemia, la mobilità è stata stravolta. Tra il 2019 e il 2020 i passeggeri trasportati si sono ridotti del 47%, ed anche per gli anni 2022 e 2023 si evidenzia un livello della domanda ancora al di sotto dei livelli pre-Covid con una diminuzione stimata, rispetto al 2019, pari a -21% per il 2022 e -12% per il 2023.

I dati medi provinciali dicono che l'utilizzo dei treni ad opera di studenti è inferiore al 50% e quindi la maggior parte dei viaggiatori appartiene ad altre categorie: cioè significa che con una offerta consolidata sia su rotaia sia su gomma, ci saranno meno criticità».

Inoltre va ricordato che il trasporto pubblico - purtroppo da un certo punto di vista - vale solo una piccola percentuale rispetto al totale: «La ferrovia della Valsugana, che prima del Covid si attestava su circa 5.500 passeggeri giorno, equivale al 7% circa degli spostamenti. I monitoraggi ufficiali dicono che il valore medio di veicoli giornalieri bidirezionali nella tratta Trento-Pergine è di 45.000, con punte superiori a 55 mila al giorno».

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