Valsugana, usura anomale delle ruote dei treni: il tratto problematico è nella zona di Roncegno
Continua il pressing su Rfi, dopo il vertice con Trenitalia e la Provincia parla Diego Salvatore, presidente di Trentino Trasporti: «Sia noi che l’utenza siamo vittime di questa situazione»
IL PUNTO Trentino Trasporti potrebbe chiedere i danni a Rfi
STOP Valsugana: il disastro delle ruote che si consumano
IL CASO Dai lavori ai binari ai guai politici, la vicenda
ALLARME Un anno fa la scoperta dell'anomalia
TRENTO. «Sia noi che l’utenza siamo vittime della situazione» dice Diego Salvatore, il presidente di Trentino Trasporti, dopo il vertice con Trenitalia e la Provincia. Incontro per fare il punto sull’usura anticipata delle ruote dei treni in servizio sulla Valsugana (l’Adige del 30 settembre, ndr), che costringe ad interventi di manutenzione dopo 5-10 mila km di percorrenza, anziché dopo 70-80 mila, e quindi compromette la qualità del servizio, obbligando al fermo dei treni e al ricorso ad autobus sostitutivi. La Provincia è l’ente concedente, Trentino Trasporti e Trenitalia (all’incontro rappresentata da Roger Hopfinger, direttore del comparto Trentino-Alto Adige) sono i concessionari del servizio di trasporto. Visto che il problema non è stato risolto, la via della richiesta di risarcimento danni a Rfi-Rete ferroviaria italiana che ha in gestione l’infrastruttura, rimane aperta: «Sì, perché sicuramente ci sono gli spazi per chiedere il risarcimento» dice Salvatore «e la valutazione è già in campo. Ma non è risolutiva. A noi preme sia presto risolto il problema dei “bordini” delle ruote usurate».
La Provincia, acclarato che il problema è rappresentato dai binari, sollecita ora, come spiega il dirigente Roberto Andreatta, Rfi a risolvere definitivamente il problema.
Dottor Andreatta, novità sul tema “bordini”?
«D'accordo con l'assessore Gottardi, abbiamo voluto fare un ultimo passaggio, venerdì, con le due imprese ferroviarie per disporre di tutti gli elementi utili ad una interlocuzione con Rfi, interlocuzione che in altri ambiti ha assunto i caratteri del contenzioso che qui si vorrebbe evitare cercando congiuntamente ed in via definitiva la causa: Passante di Milano con Trenord la scorsa estate ha fatto ricorso alla Procura della Repubblica ottenendo la nomina di un consulente tecnico d’ufficio per definire la causa anche in quel caso di un anomalo consumo dei “bordini”».
Cosa è emerso dall’incontro?
«Sono emerse alcune risultanze dall'uso recente del treno diagnostico che, incrociate con pregressi dati di videocamere di Trenitalia, fanno pensare che l'armamento, cioè i binari, su una tratta di qualche km nei paraggi di Roncegno, sia, pur nelle tolleranze previste, la causa del degrado dei “bordini”: Milano insegna che può bastare anche un unico punto circoscritto a fare grandi danni. Per portare un esempio del monitoraggio su un treno: il consumo medio tra il 27 agosto (data della tornitura) e il 19 settembre, è stato di 4.541 km, 0,59 millimetri ogni 1.000 km. Ma 6.776 km intervallo stimato tra una tornitura e la successiva è troppo poco. Confidiamo davvero di essere vicini all’origine dei guai».
Cosa intende dire?
«Dopo l'incontro, abbiamo avvisato subito nel pomeriggio Rfi direzione Triveneto, e convenuto che l'intervento di riferimento di quella tratta (che era in ogni caso programmato nel 2023 insieme ad altri) sia da subito anticipato, dando il nulla osta ad una interruzione, fosse anche di tre settimane, urgente, in ipotesi dai primi giorni di novembre: in questi termini l'assessore Gottardi ha poi inviato una propria nota a Rfi».
Cosa "vale" realmente la ferrovia, ora tormentata, a regime ed in generale sugli spostamenti in Valsugana?
«La statale 47 Valsugana evidenzia volumi di traffico giornaliero medio che nella tratta Pergine Valsugana-Levico Terme (località Brenta) si attestano sulle 23.000 unità bidirezionali ma con oltre un valore medio di 45.000 veicoli giornalieri bidirezionali nella tratta Trento–Pergine Valsugana, con punte superiori a 55.000 veicoli al giorno. A Martincelli i veicoli sono circa 10.000 al giorno. La valenza trasportistica della ferrovia della Valsugana, che ante Covid si attestava su circa 5.500 passeggeri giorno, equivale al 7% circa degli spostamenti. Il rinnovo della flotta, una volta fatta l’elettrificazione, porterebbe con sé anche potenzialità evidentemente superiori, esattamente replicando quanto accaduto nella Venosta. Qui, con la elettrificazione, si stima, passando da 100 posti a sedere attuali a 300 posti a sedere, di arrivare a 18 mila passeggeri giorno rispetto ai circa 6 mila attuali, ovvero per la Valsugana si potrebbe ragionevolmente arrivare, considerando le 40 corse, al raddoppio dei passeggeri attuali, a circa 12 mila passeggeri giorno».
Qual è il cronoprogramma della elettrificazione?
«Completamento entro dicembre 2025, consegna lavori nel dicembre 2023: Rfi sta elaborando il progetto esecutivo».
Quanti treni saranno in servizio?
«Nel 2024, la Provincia diverrà proprietaria con Trentino Trasporti complessivamente di 8 treni elettrici, 2 Flirt Stadler e 6 treni Alstom Jazz: sono trenti oggi impiegati sulla ferrovia del Brennero da Trenitalia e oggetto di riscatto contrattuale a costo zero, necessari e sufficienti per garantire gran parte delle corse».