Ricetta elettronica, proroga di un anno. I medici: diventi strutturale
Dietrofront del ministero dopo la levata di scudi di medici, pazienti e farmacisti sull'intenzione di non rinnovare la misura. Il presidente veneto Zaia: "Per noi non esiste tornare indietro, faremo di tutto perché questo modello permanga e resti implementato"
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ROMA. Arriverà con il decreto Milleproroghe, secondo quanto si apprende, la proroga di un anno della possibilità di ricevere le ricette mediche via mail o sms.
La misura, introdotta con ordinanza della protezione civile durante l'emergenza covid era in scadenza a fine anno e il ministero della salute aveva manifestato l'intenzione di non prorogarla.
Ma sul tema si erano scatenate le proteste di tutti gli interessati: medici, pazienti e farmacisti.
Ora la retromarcia del governo: sunque, si preserva un sistema comodo per tutti. Almeno per ora.
Bene la proroga dell'uso della ricetta elettronica ma ora, chiede l'Ordine dei medici, serve che diventi una misura strutturale. "Il ministro della Salute Orazio Schillaci è stato molto tempestivo e ha il merito di aver risolto in pochissime ore la questione della ricettazione elettronica".
Il presidente della Fnomceo (la federazione degli ordini dei medici) Filippo Anelli, accoglie con soddisfazione la notizia della proroga del provvedimento che ne stabiliva l'uso fino al 31 dicembre. "Questo permette al medico di gestire il rapporto con l'assistito con meno burocrazia e liberando tempo per la relazione di cura".
Ma per Anelli ora serve fare un passo successivo per rendere la ricettazione elettronica strutturale "per evitare di trovarci il prossimo anno nella stessa situazione di emergenza".
"Siamo soddisfatti che il governo abbia colto la nostra sollecitazione, prorogando di un anno la possibilità di ricevere le ricette mediche via mail o sms, inserendo la norma nel decreto Milleproroghe": così in una nota Pina Onotri, segretario generale sindacato medici Italiani (Smi), che aggiunge: "Attendiamo, adesso, ulteriori misure per liberare i medici convenzionati del servizio Sanitario Nazionale da gravosi carichi burocratici a partire dalla possibilità di ridurre drasticamente le file di attesa negli studi con un'autocertificazione dei primi tre giorni di malattia, soprattutto per quelle patologie non obiettivabili".
Dal Veneto, è lo stesso presidente Luca Zaia a commentare: "A prescindere da quello che si legge o si dice, per noi non esiste tornare indietro, quindi faremo di tutto perché questo modello non solo non non venga rivisto ma venga addirittura implementato", ha detto. "Siamo stati - ha aggiunto Zaia - la prima regione, se non tra le primissime in Italia, ad attivare tutto il percorso della ricetta dematerializzata, che è un segno di di efficienza ma anche di rispetto nei confronti dei cittadini. La ricetta dematerializzata funziona, al punto tale che noi siamo con dei livelli di efficienza unici, quindi evitando complicazioni poi ai nostri pazienti", ha concluso.