Corte dei Conti, ancora assolti ex sindaca, assessore e segretario comunale di Cembra per il Polo Protezione Civile
Confermata la sentenza di primo grado, e quindi respinto l’appello della Procura: non vi fu danno erariale nel pagamento delle fatture alla ditta Ires
CEMBRA. Assolti una "seconda volta" dalla Corte dei Conti per la realizzazione del Centro della Protezione civile di Cembra. È stato respinto dunque l'appello promosso dalla Procura regionale contro l'ex sindaca Antonietta Nardin, l'ex assessora ai lavori pubblici Giovanna Paolazzi e l'allora segretario comunale Nicola Dalfovo, confermando quindi la sentenza della Corte dei conti - sezione giurisdizionale per il Trentino - Alto Adige, sede di Trento dell'1.7.2021. Sentenza nella quale tutti e tre gli accusati erano stati prosciolti.
La questione riguardava la creazione del nuovo "centro di protezione civile Vv. Ff. volontari - Stella Bianca - soccorso alpino a Cembra". Nello specifico a Nardin, Paolazzi, rappresentate dall'avvocata Sara Pinamonti, e Dalfovo, difeso dall'avvocata Maria Cristina Osele (nella foto), veniva contestato un danno erariale causato al Comune «per aver provveduto, in violazione della normativa di settore - si legge nella sentenza di appello - al pagamento dell'impresa appaltatrice dei lavori per la realizzazione del centro, Ires Costruzioni s.r.l., nonostante detta società non avesse ottemperato all'obbligo di fornire all'ente appaltante le fatture quietanzate, tra le altre, del subappaltatore, Zorzi Geom. Mario s.r.l.».
Secondo la Procura, «la stazione appaltante avrebbe potuto procedere ai pagamenti in favore di Ires, solo a seguito della trasmissione delle fatture quietanzate, attestanti la soddisfazione delle pretese economiche del subappaltatore, dovendo, in caso contrario, sospendere ogni pagamento».
Nonostante la mancata trasmissione delle fatture di Zorzi, «il Comune di Cembra aveva comunque effettuato i pagamenti in favore della Ires per complessivi euro 797.435,33».
La Corte non ha riconosciuto però tali responsabilità, confermando il proscioglimento.