Festival / Il quadro

Cambiamenti del clima, dal 1980 al 2022 perdite economiche per 650 miliardi

Dal Festival dell'Economia di Trento è Piero Cipollone, membro dell'executive board della Bce, a scattare una fotografia sugli effetti del clima sull'economia globale. Dal rapporto europeo 2023 sullo stato del clima emerge come l'Europa è il continente che si riscalda più rapidamente al mondo

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TRENTO. La lotta ai cambiamenti climatici è una priorità sulla quale bisogna accelerare perchè i suoi effetti hanno un impatto anche sull'aumento dell'inflazione. Dal Festival dell'Economia di Trento è Piero Cipollone, membro dell'executive board della Bce, a scattare una fotografia sugli effetti del clima sull'economia globale. Dal rapporto europeo 2023 sullo stato del clima emerge come l'Europa è il continente che si riscalda più rapidamente al mondo, a un ritmo doppio rispetto alla media mondiale dagli anni '80.

Dal 1980 al 2022 gli eventi meteorologici e climatici hanno causato perdite economiche pari a circa 650 miliardi di euro. Nel 2022 le perdite annuali sono aumentate del 41% rispetto al 2009.

Sulla transizione "avremmo dovuto agire ieri e non possiamo aspettare domani", afferma. Ritardarla "sarebbe più costoso.
I risultati dello stress test top-down della Bce - prosegue Cipollone - mostrano che i costi della transizione sono inferiori ai costi a lungo termine di un cambiamento climatico ininterrotto".

Le condizioni meteorologiche estreme, quali le estati insolitamente calde, possono incidere sia sul livello dell'inflazione che sulla sua volatilità. Ad esempio, secondo le stime della Bce, le temperature estreme dell'estate 2022 hanno fatto aumentare "l'inflazione dei beni alimentari in Europa di circa 0,7 punti percentuali complessivamente su 12 mesi", ricorda Cipollone. Questi effetti potrebbero essere ancora più pronunciati in futuro, salendo all'1% nel 2035 e a quasi il 2% nel 2060. All'impennata dell'inflazione degli ultimi anni, inoltre, ha contribuito anche il balzo del prezzo dell'energia come conseguenza prima della pandemia e poi della guerra in Ucraina.

La sensazione è che ci "confronteremo - spiega l'esponente della Bce - con un mondo sempre più incerto. Negli ultimi 4 anni il mondo è completamente sconvolto con una pandemia, due guerre, tensioni geopolitiche straordinarie. Ci si troverà a vivere in un "mondo molto più difficile e incerto da gestire questo avrà riflessi su inflazione e richiederà anche azioni aggressiva da parte della banche centrali. I tassi potrebbero ovviamente risentire di questa incertezza e uno deve imparare a gestire tutto questo".

E con una inflazione al galoppo le decisioni di politica monetaria della Bce sono finalizzate dal "nostro obiettivo primario, ossia perseguire la stabilità dei prezzi, definita come un obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine. È quello che la Bce ha fatto a partire dal luglio 2022, contribuendo alla rapida discesa dell'inflazione dal suo picco del 10,6% dell'ottobre 2022 al 2,4% il mese scorso".

Salvo ulteriori shock, "ci attendiamo che nei prossimi mesi l'inflazione oscilli intorno ai livelli attuali, per poi diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo il prossimo anno". Considerati gli attuali dati dell'inflazione nella prossima riunione della Bce "mi aspetto una prima mossa per ridurre i tassi. I dati recenti vanno in questa direzione e rafforzano la nostra certezza nel fatto che potremo ridurre l'orientamento restrittivo della nostra politica monetaria", conclude Cipollone.

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