Sanità Trentina: il dottor Ferro resta dirigente dell’Azienda, Ruscitti saluta la Provincia e va in Friuli
Una conferma ed un addio, per i due ruoli apicali della sanità trentina: ora le sfide sono quelle di attuare il piano Pnrr e rimediare alle criticità. Ruscitti ha vinto l'incarico di direttore dei servizi sociosanitari dell'Arcs, l'Azienda regionale di coordinamento della salute del Friuli Venezia Giulia. A quanto risulta però per uno stipendio nettamente inferiore, di almeno un terzo, di quello di Ferro
TRENTO. Antonio Ferro resterà direttore generale dell'Azienda sanitaria trentina fino al 27 aprile 2027. Lo ha deciso la giunta provinciale, su proposta dell'assessore Mario Tonina, confermandogli l'incarico con gli stessi emolumenti attuali che corrispondono a 185 mila euro lordi annui, più un 20% di bonus in caso di raggiungimento di alcuni obiettivi.
L'Azienda sanitaria trentina sta vivendo alcuni assestamenti interni, l'ultimo dei quali sono state le dimissioni di Giancarlo Ruscitti, dirigente provinciale che ha fatto le valigie e se n'è andato a Trieste, dove ha vinto l'incarico di direttore dei servizi sociosanitari dell'Arcs, l'Azienda regionale di coordinamento della salute del Friuli Venezia Giulia. A quanto risulta però per uno stipendio nettamente inferiore, di almeno un terzo, di quello di Ferro.
Ruscitti se ne va, dopo cinque anni a Trento, in cui ha dovuto fronteggiare uno dei peggiori flagelli sanitari del secolo, la pandemia da Covid. Arrivato dalla Puglia dove aveva lavorato con il governatore Michele Emiliano che ne aveva grande stima, ma residente con la famiglia in Veneto, ora va in Friuli. Come detto, a Trento ha dovuto fronteggiare la pandemia, un evento nuovo e incalcolabile a cui tutti i professionisti della sanità hanno dovuto prendere le misure.
Ruscitti aveva dato le dimissioni a maggio dalla Provincia, ma la sua partenza non è legata ai rapporti con Ferro, anzi. Come aveva spiegato il dirigente annunciando l’addio, per le norme trentine avrebbe dovuto terminate l’incarico per raggiunti limiti di età, mentre in altre regioni (come il Friuli) questo limite non c’è.
Ferro, dal canto suo, dopo quello con l'assessora Stefania Segnana, è riuscito a costruirsi un rapporto con l'assessore Mario Tonina, dopo un inizio a dir poco "tiepido". Ferro nel frattempo è riuscito a fare quadrare i conti e ha ottenuto dalle schede di valutazioni interne sul suo lavoro un punteggio di 89 punti su 100, che ovviamente hanno avuto un peso nella riconferma.
Ma in Azienda ci sono alcuni punti critici che Ferro dovrà affrontare e risolvere e infatti sono posti come obiettivi della sua azione. Innanzitutto dovrà attuare i punti legati al Pnrr, il piano nazionale di Ripresa e resilienza, assicurando il presidio delle linee di investimento. Ma soprattutto c'è il nodo dei tempi che ricade sui pazienti. Quindi ha tre obiettivi. Il primo è interno: riorganizzare l'Azienda sanitaria. Gli altri due ci riguardano tutti: rivedere le modalità di accesso al Pronto soccorso «in termini di equità e appropriatezza al fine di migliorare i tempi di attesa» e impegnarsi a ridurre le liste d'attesa per le prestazioni contro cui tutti siamo andati a cozzare. Compiti non facili, ma l'incarico ha evidentemente grandi responsabilità.