Oltre 12 mila bambini per il nuovo anno delle materne in Trentino
Si apre oggi, 4 settembre, l'anno scolastico: oltre duemila gli insegnanti impegnati, per più di due terzi dei bambini le famiglie hanno chiesto il tempo prolungato. Tariffe degli asili nido, la Cgil soddisfatta per la decisione del Comune di Trento di indicizzare l’Icef: "Ma la Provincia, al contrario,si è rifiutata di applicare il meccanismo dell’indicizzazione all’assegno unico così come all’edilizia sociale e all'assegno di cura”
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TRENTO. Si apre oggi, 4 settembre, l'anno scolastico delle scuole dell'infanzia del Trentino. Complessivamente i bambini iscritti sono 12.382, di cui 7.507 (60,6%) frequenteranno le scuole equiparate e 4.875 (39,4%) le scuole provinciali. Le iscrizioni rispetto allo scorso anno evidenziano una flessione pari allo 0,78%. Sono dati diffusi dalla Provincia.
Le sezioni attivate sono 623, con un saldo complessivo negativo di 16 sezioni rispetto allo anno precedente. Il numero di scuole è pari a 260 distribuite sull'intero territorio provinciale, di cui 111 provinciali e 149 equiparate.
Con quest'anno è diventato strutturale il parametro che prevede l'accoglimento di 24 bambini per sezione anziché 25.
La domanda delle famiglie per la fruizione del servizio di prolungamento d'orario continua ad essere particolarmente rilevante, attestandosi sul 68%. Sono infatti 8.464 i bambini per i quali è stata fatta richiesta di prolungamento fino alle tre ore giornaliere.
Gli insegnanti sono 2.051 dei quali 1.209 alle scuole equiparate e 842 alle scuole provinciali. Sul totale degli insegnanti, 1.331 hanno un incarico a tempo pieno (25 ore settimanali) e 720 a tempo ridotto.
Sono inoltre 876 le unità di personale non insegnante complessivamente assegnate alle scuole dell'infanzia, 354 assegnate alle scuole provinciali e 522 alle scuole equiparate.
Il costo del programma annuale delle scuole dell'infanzia provinciali ed equiparate, per l'anno 2024-25, ammonta a 91,3 milioni di euro.
Per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico, moimento simbolico in tre scuole del territorio (Torcegno alle 8.30, Levico Terme alle 10 e alla scuola dell'infanzia equiparata "don Ochner" di Pergine, alle 11.30).
Frattanto, arriva il plauso della Cgil alla decisione del Comune Trento di accogliere la richiesta dei sindacati alzando la soglia dei redditi Icef per le tariffe dei nidi.
"La Provincia invece - scrive la Cgil - persevera su una strada che impoverisce le famiglie. Se piazza Dante resta immobile altre amministrazioni seguano il capoluogo. E con palazzo Thun si apra il confronto sulla valorizzazione dei nidi pubblico e la tutela del lavoro".
La questione riguarda la richiesta di indicizzare l’Icef all’inflazione per sterilizzare l’effetto dell’aumento dei prezzi sulle famiglie, quantomeno per le misure del welfare provinciale: "Ma è più di un anno che i sindacati insistono su questo tasto, inascoltati dalla Provincia. Se la giunta Fugatti è rimasta immobile si muove, però, il Comune di Trento con la decisione di alzare da 0,40 a 0,44 la soglia Icef per l’accesso ai nidi d’infanzia", sottolinea la Cgil.
Secondo la Camera del lavoro, quella adottata dalla giunta Ianeselli è "una misura giusta ed equa che va nella direzione auspicata da tempo: alzando la soglia Icef per le agevolazioni tariffarie si recupera l’inflazione subita tra il 2018 e il 2023”.
Poi, nella nota della segreteria di via Muredei, l'affondo rivolto a piazza Dante: “La giunta Fugatti fino ad oggi si è rifiutata di applicare il meccanismo dell’indicizzazione all’assegno unico così come all’edilizia sociale e all'assegno di cura con il paradosso che ci sono famiglie che solo nominalmente sono più ricche, quindi percepiscono sostegni più bassi o addirittura perdono il beneficio. Il risultato è che si impoveriscono”.
A questo punto per la Cgil è importante che altre amministrazioni comunali seguano l’esempio di Trento e che così finalmente si possa arrivare, anche con un intervento diretto del Consiglio delle autonomie locali, a spingere Piazza Dante a rivedere la sua scelta e dare risposte concrete alle famiglie.
Con palazzo Thun resta aperta, invece, la questione del personale: "È tempo di aprire il confronto sul potenziamento e sulla qualificazione dei servizi all'infanzia attraverso l'ampliamento degli organici pubblici e il miglioramento delle condizioni di lavoro degli addetti delle cooperative sociali. Lo chiede una specifica mozione approvata in consiglio comunale all'inizio dell'estate. Anche dalla piena valorizzazione dei servizi a gestione pubblica e del lavoro in ogni sua forma passa la qualità dei progetti educativi rivolti ai bambini e alle loro famiglie”, conclude la Cgil.