Agricoltura / Lavoro

Mele e vendemmia in Trentino, attesi 13mila lavoratori stranieri: la raccolta grazie agli stagionali

A dominare, anche nella stagione alle porte dalla raccolta mele e vendemmia, la presenza di lavoratori provenienti dalla Romania (non casualmente il 50% dell'intera manodopera straniera del 2023) seguiti però anche da lavoratori slovacchi, albanesi, moldavi e nord africani

DATI Agricoltura, ecco quanti sono i lavoratori stranieri

TRENTO. La manodopera dall'estero si conferma anche per la stagione alle porte una risorsa fondamentale del settore agricolo trentino. Come confermato da Coldiretti ad oggi infatti da parte loro sono 2.500 i raccoglitori stranieri assunti sugli 8.000 previsti in piena stagione e impiegati nella raccolta di mele; dato che mira a raggiungere una quota totale di 13.000 con l'apertura definitiva della stagione della vendemmia.

Appare sempre più evidente quindi, stagione per stagione, il fattore cruciale giocato dai flussi stranieri sul territorio. A dominare, anche nella stagione alle porte dalla raccolta mele e vendemmia, la presenza di lavoratori provenienti dalla Romania (non casualmente il 50% dell'intera manodopera straniera del 2023) seguiti però anche da lavoratori slovacchi, albanesi, moldavi e nord africani (questi ultimi presenti in particolare per più mesi con il Decreto Flussi e impiegati anche nei mesi passati nella raccolta di piccoli frutti o per verdure come gli asparagi).

La procedura di assunzioni, con la raccolta ormai praticamente partita, sembra quindi andare a rilento anche se non tutti sono dello stesso parere: «Come organizzazione di categoria possiamo dire che le cose stanno andando molto bene - ribadisce il presidente della sezione trentina della Confederazione Italiana Agricoltori Paolo Colovi - Solo all'inizio, verso agosto, con la raccolta della varietà di mela Gala, sembrava esserci qualche problema con il reperimento di lavoratori, probabilmente giustificato dal periodo. Ad oggi però sappiamo che la manodopera arriverà ovunque, dall'alta val di Non fino alle vallate».

Comprensibile però l'apprensione di molte aziende nell'attesa di una tra le forze lavoro più importanti del comparto: «Fin che non arriva la manodopera le aziende non si sentono mai al sicuro - continua Colovi - ma per quanto ci riguarda la nostra organizzazione, che funge anche da "termometro" della situazione assunzioni, non ha riscontrato alcun problema».

In realtà un piccolo grattacapo c'è, nulla a che fare con le assunzioni ma piuttosto con la salute delle viti: «La frutta è bella - ribadisce ancora Colovi - ma abbiamo delle difficoltà in qualche zona con la peronospera, un fungo della vite che attacca il grappolo facendolo seccare. L'inevitabile conseguenza è una diminuzione della produzione, ad ogni modo per ora piuttosto contenuta».

Ritornando alla questione forza lavoro ad essere stato ampiamente discusso negli scorsi mesi proprio il fattore Decreto Flussi il cui maggior rischio era quello di schiantarsi sul muro della burocrazia. I numeri al momento, come confermato da Coldiretti, ribadiscono circa 650 extra richiesti con decreto, ma non tutti entrati nel territorio in effetti, proprio, per i problemi con le ambasciate. Complessivamente in Trentino i raccoglitori richiesti ammonterebbero a circa 25.000, fabbisogno che si raccoglie quindi attorno, per gran parte, ai flussi stranieri. Decisive, ora, le prossime settimane.

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