Boscaiolo morto, l'attacco dei sindacati: le vittime del lavoro in Trentino sono già il doppio del 2023
Dal segretario Alotti della Uil l’analisi: «occorrono nuove misure e nuova organizzazione della prevenzione e del controllo in provincia, altrimenti sono solo parole». La Cgil: sgomento e rabbia: non ci sono abbastanza ispettori, non si può fare prevenzione
L'INCIDENTE Morto a 25 anni nei boschi di Sadole
TRENTO. La tragica morte del giovane boscaiolo nei boschi della Val di Fiemme ha provocato la sdegnata reazione dei sindacati.
Scrive il segretario generale della Uil, Walter Alotti: «E’ di queste ultime ore l’ennesimo tragico dramma di un boscaiolo rumeno morto sul lavoro in ambito boschivo in Val Sadole, a Ziano di Fiemme. Esprimiamo profondo cordoglio alla famiglia ed ai compagni di lavoro del giovane Florin ed al contempo risollecitiamo il Comitato provinciale di coordinamento per la salute e sicurezza, che proprio ieri ha fatto il punto sulla situazione sicurezza e regolarità sul lavoro ad adottare nuove misure e diversa organizzazione della prevenzione e controllo degli infortuni sul lavoro.
La Uil chiede da tempo una svolta nelle modalità di prevenzione sul territorio degli infortuni sul lavoro, ma spesso cozziamo contro un “muro di chiacchere”, o ci troviamo a dibattere il problema con chi riconduce il tragico fenomeno (13 morti sul lavoro nel 2024, quasi il doppio del 2023 e più dell’17% di infortuni denunciati in Trentino fino a luglio) solo alla superficialità dei lavoratori nell’espletamento del proprio lavoro o nei variati “stili di vita” delle nuove generazioni di lavoratori.
Certo siamo convinti che la diffusione, fin dall’età scolare, di una cultura della sicurezza resta una stella polare per la soluzione del problema nel lungo periodo, e anche la Provincia di Trento comincia a coinvolgere Istituti scolastici e studenti in programmi di sensibilizzazione con al centro il lavoro e la sicurezza sul lavoro.
Risollecitiamo la Giunta ad esaminare e mettere in pratica la proposta concreta e specifica lanciata ormai tre anni fa dalla UIL del Trentino riguardo alla sicurezza del lavoro forestale, con un più forte coinvolgimento del Corpo Forestale provinciale nel controllo del territorio boschivo, anche per l’aspetto della sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. L’Assessore Spinelli a suo tempo ne aveva colto l’originalità, si era impegnato a verificarne la fattibilità, ma non abbiamo più avuto un concreto riscontro, né da lui, né dal Presidente Fugatti, che guida e dispone del Corpo forestale provinciale, in questo frangente probabilmente concentrato sulla questione orsi».
Cgil e Fillea durissime. La Cgil e la Fillea del Trentino esprimono profondo sconcerto e rabbia per l'ennesimo incidente mortale sul lavoro che è costata la vita ad un ragazzo di soli 25 anni, questa mattina nei boschi della Val Sadole. La vittima è stata travolta da un tronco. In attesa che si accertino le dinamiche di quanto accaduto e le eventuali responsabilità, il sindacato di Via Muredei esprime in primo luogo vicinanza e solidarietà ai familiari e ai colleghi del boscaiolo.
È il quindicesimo lavoratore per il quale viene denunciato un infortunio mortale quest'anno. Ancora una volta - si legge in una nota della Cgil e Fillea del Trentino - è un ragazzo nel fiore degli anni a perdere la vita, il quarto in un anno a non aver potuto nemmeno raggiungere i trent'anni. Un elenco che si allunga mese dopo mese, con un aumento considerevole rispetto allo scorso anno.
Gli eventi mortali accertati dall'Inail fino a luglio, ultimo dato disponibile, sono stati 9, nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 5. Con la decima vittima di oggi in un anno i morti per cause di lavoro sono raddoppiati.
Gli incidenti mortali hanno riguardato in massima parte il comparto delle costruzioni (9 eventi su 15) e quello agricolo. Gli infortuni spesso coinvolgono i lavoratori stranieri: il 33% delle volte l'incidente sul lavoro coinvolge un immigrato. Lavoratori che spesso hanno difficoltà con la lingua e che non di rado si trovano in una condizione di maggiore bisogno e quindi più soggetti anche alle pressioni dei datori di lavoro. Secondo la Cgil e la Fillea del Trentino "sarebbe finalmente ora che a tutti i livelli, accanto alle parole di sconcerto, si affiancassero azioni concrete di prevenzione e controlli più serrati. Purtroppo però non possiamo che registrare, incidente dopo incidente, una colpevole inerzia della Provincia, mascherata da fatalismo. Non si possono fare prevenzione né controlli puntuali se non ci sono sufficienti risorse umane e oggi gli enti ispettivi sono in grave sotto organico. Sottovalutare questo problema oggettivo, significa essere complici di un fenomeno, quello delle morti sul lavoro, che va contrastato con ogni sforzo. Per questo dopo mesi di inerzia serve dalla Giunta provinciale un intervento straordinario anche dal punto di vista degli investimenti".
Interviene anche Paolo Capone, Leader del sindacato autonomo UGL: “Siamo sconvolti e indignati per l’ennesima tragedia che si è consumata oggi a Ziano di Fiemme, in cui ha perso la vita un giovane boscaiolo mentre stava lavorando nei boschi. È necessario fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente e determinare le negligenze e le violazioni delle norme di sicurezza che sicuramente hanno generato questa tragedia sul lavoro. L’UGL si stringe alla famiglia e alla comunità della vittima che da oggi deve fare i conti con una perdita dolorosa. È prioritario investire sulla sicurezza che significa potenziare i controlli, promuovere una cultura della sicurezza e avviare la formazione fin dalle scuole. Crediamo, inoltre, che sia necessario inasprire le sanzioni per chi viola le norme. È indispensabile costruire un sistema che offra maggiori tutele ai lavoratori per arrestare la strage quotidiana di lavoratori”.
In tarda serata il comunicato della Cisl. "Anche oggi, purtroppo, piangiamo una giovane vita strappata troppo presto ai propri affetti. In questo momento, in attesa di comprendere le dinamiche di quanto avvenuto, vogliamo prima di tutto esprimere la vicinanza e solidarietà a familiari e amici del ragazzo. Un’altra giovane vita spezzata mentre lavorava, un giovane uomo da piangere, l’ennesimo. Ora più che mai è necessario cambiare rotta. E’ finito il tempo delle parole, servono azioni concrete che possano assicurare ad ogni lavoratore di tornare a casa illeso al termine della propria giornata lavorativa. E’ una battaglia sociale e di civiltà, non possono esserci distinguo, servono maggiori controlli, sanzioni a chi non rispetta le norme, ma soprattutto serve investire di più in formazione e cultura della prevenzione. Oggi più che mai rimaniamo convinti della necessità di introdurre stabilmente i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriali (RLST) che tramite azioni formative e di consulenza possono contribuire ad aumentare la cultura della sicurezza a vantaggio di lavoratori e imprese" scrive il sindacato Cisl del Trentino.