Enti / Il caso

Nuove regole in Provincia: attenzione all'uso dei social e niente più pacchi in ufficio

C’è anche una norma che potrebbe far discutere, se applicata in maniera restrittiva facendola diventare una sorta di "bavaglio": i dipendenti, infatti, hanno il divieto «di divulgare informazioni di cui abbia la disponibilità»

TRENTO. Deliberato qualche settimana fa, sta diventando operativo in questi giorni il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti della Provincia e degli enti pubblici strumentali. Si tratta di una revisione del documento datato 2014 e solo parzialmente revisionato due anni fa. Ora la Provincia ha deciso di mettere alcuni "puntini sulle i", inserendo diverse voci nuove e modificandone altre.

In linea di massima si tratta di una serie di regole spesso dettate dal semplice buon senso, ma in alcuni casi - ovviamente - è l'interpretazione a diventare decisiva. Due, in particolare, i temi di attualità.

L'utilizzo dei social network e quello che potremmo definire "consegne Amazon". Per quanto riguarda il secondo caso, nel regolamento si specifica che «è vietato fornire il recapito della sede di lavoro per ricevere pacchi o spedizioni personali».

Insomma, anche se si trattasse di materiale utile per il lavoro - pensiamo a un libro di pedagogia per un'insegnante o a materiale di cancelleria per un impiegato - questo va fatto arrivare a casa.

Gli ordini online, ormai, sono una prassi per chiunque. Tanto che in molte aziende tra i benefit per i dipendenti (a costo zero per il dato di lavoro) c'è proprio quello di permettere la consegna del pacco nella sede di lavoro, nella quale negli orari preferiti dei corrieri - tarda mattinata e primo pomeriggio - c'è sempre qualcuno, al contrario dell'abitazione del dipendente. Ecco quindi che a costo zero, come forma di welfare e di conciliazione, si permette l'arrivo dell'ordine al lavoro. Anche in questo caso subentra il buonsenso: se si ordina un maxi barbecue, ingombrante e pesante, sarà forse il caso di non farlo arrivare in ufficio.

Ma se si tratta di un libro, una maglietta, un cd, perché no? La Provincia, comunque, ha scelto per il no. Capitolo social: piazza Dante impone che «nell'utilizzo dei propri account di social media, il dipendente adotti ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica Amministrazione».

Ancora: «Fatti salvi i principi costituzionali posti a tutela della libertà d'espressione, il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all'immagine della Provincia».

Infine «è fatto divieto al dipendente di pubblicare, con qualunque mezzo, immagini ritraenti colleghi, collaboratori o utenti salvo il caso in cui sia stato preventivamente autorizzato per iscritto da ciascun interessato».

Altri articoli riguardano concetti relativamente nuovi, come il cosiddetto whistleblowing («Il dipendente non pone in essere condotte discriminatorie o comunque offensive nei riguardi dei soggetti tutelati dalla disciplina in materia di segnalazioni di illecito») e lo smartworking («Il presente Codice si applica a tutte le forme di prestazione dell'attività lavorativa compresa la modalità di lavoro a distanza».

Capitolo regali: «Il dipendente non accetta, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d'uso di modico valore, complessivamente non superiore a 100 euro annui e in ogni caso nel limite massimo complessivo di 200 euro annui, effettuati occasionalmente nell'ambito delle relazioni di cortesia e, ove applicabili, delle consuetudini internazionali».

Infine una norma che potrebbe far discutere, se applicata in maniera restrittiva facendola diventare una sorta di "bavaglio": i dipendenti, infatti, hanno il divieto «di divulgare informazioni di cui abbia la disponibilità».

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