In libreria La Grande Guerra degli animali sul fronte italiano
Dopo l’attenzione ottenuta lo scorso anno con il primo capitolo "La Grande Guerra degli animali sul fronte austro-ungarico " esce il secondo volume dedicato agli eroi a quattro zampe sul fronte italiano della Prima guerra mondiale, firmato dalla coppia di autori trentini formata da Mauro Neri e Arianna Tamburini. Il primo capotolo accanto a un sintetico ed efficace quadro d'insieme della storia del primo conflitto mondiale visto anche dalla parte degli animali usati in quella guerra sul fronte austro-ungarico, proponeva dieci racconti che avevano per protagonisti altrettanti eroi a quattro zampe o a due ali fra cavalli, cani, gatti, mucche, asini, muli, piccioni, volpi e capre.
Anche se oggi il primo volume, uscito come la nuova opera per la Effe e Erre di Trento, è praticamente esaurito i due autori invece di provvedere a una ristampa, hanno deciso di raddoppiare l'impegno e nel giro di pochi mesi hanno consegnato alla tipografia "La Grande guerra degli animali sul fronte italiano", con altri dieci racconti che hanno per eroi cani, gatti, cavalli, mucche, asini, muli, oche, piccioni e aquile. Questo secondo volume si fregia della introduzione di Giancarlo Zaniboni, noto veterinario di Trento, che ha colto spunto dalle storie degli animali sfruttati durante la guerra per tracciare una breve storia del Servizio Veterinario Nazionale.
«Della Grande Guerra in questi ultimi anni – spiega Mauro Neri.- sono stati sviscerati tutti i temi, tutte le situazioni, tutti gli intrecci rivolgendosi a ogni tipo di testimonianza dell'epoca: fotografica, storiografica, diaristica. Arianna Tamburini e io abbiamo invece voluto "abbassarci" al livello dei quadrupedi, dei bipedi, dei piccioni, delle oche e delle capre che sono stati usati nella Grande Guerra quasi sempre senza un moto di gratitudine, spesso con ferocia e disprezzo. La nostra non è stata una scelta facile perché, volendo e dovendo immedesimarci nelle menti semplici ed elementari dei muli, dei colombi viaggiatori, dei cani da slitta o da compagnia, abbiamo potuto vedere la guerra da una visuale del tutto particolare. E non sempre onorevole per noi umani”.
Ne sono usciti due libri – uno per il versante austro-ungarico, l'altro per quello italiano – che rifuggono da ogni tipo di retorica e di ideologia, preferendo disegnare le atmosfere delle trincee, della Guerra Bianca in alta quota, dei cieli dove volavano i primi fragili ricognitori analizzandole e vivendole con gli occhi dei muli e delle mucche, delle aquile e degli asini. Due libri e venti racconti realmente da leggere col cuore in mano, senza aver paura di versare qualche lacrima sul destino amaro di tanti nostri "compagni" a quattro zampe, ma anche con numerose pagine e storie divertenti se non addirittura comiche. La tragedia della guerra si accompagna, quindi, con uno sguardo meno edulcorato, meno condizionato, più diretto e genuino: è lo sguardo del cane da slitta che viene abbandonato il 4 novembre del 1918 ai tremila metri dell'Adamello, oppure della mucca che viene requisita a una famiglia dell'Alto Garda due giorni prima della fina del conflitto.
Da evidenziare come, detratte le spese di stampa, i proventi delle vendite dei due libri saranno destinati dagli autori a progetti a favore della salute e del benessere degli animali.