Gli ottoni dei Septura Brass domenica sera a Cles per i Suoni delle Dolomiti
Una formazione di ottoni che unisce musicisti provenienti dalla London Symphony Orchestra, dalla Philharmonia, dalla Royal Philarmonic, dalla Bbc Symphony, dalla Basilea Symphony e dall'Aurora Orchestra capaci di ridefinire la musica da camera creando un canone di trascrizioni, arrangiamenti e nuove commistioni. Queste le credenziali del Septura Brass la formazione che domenica 28 agosto, alle 21, suonerà per i Suoni delle Dolomiti all'Auditorium del Polo Scolastico di Cles e non in quota a Malga Flavon in Val di Non a causa del maltempo.Simon Cox, leader e co-fondatore del settetto, ci racconta la genesi e lo spirito di questa formazione Simon Cox, com'è nato il progetto Septura? "Dopo aver completato i miei studi alla Royal Academy of Music di Londra, mi sono trasferito in Finlandia per unirmi alla Filarmonica di Helsinki. Nei miei tre anni lì ho scoperto che, sebbene ci siano molti meravigliosi momenti per gli ottoni nella musica d'orchestra, abbiamo trascorso la maggior parte del nostro tempo a contare le pause e guardare i nostri colleghi divertirs". Quindi? "Ho deciso di eseguire più musica da camera ma dal repertorio dei grandi compositori classici. Adoro il suono misto, simile a un coro, prodotto dalla sezione orchestrale degli ottoni e quindi la scelta ovvia per me è stata di creare un settetto di ottoni: 3 trombe, 3 tromboni e 1 tuba. Questo ha l'ulteriore vantaggio di essere molto adatto a suonare delle trascrizioni, cosa che abbiamo dovuto fare perché quando Septura si è formato, il settetto era una formazione nuova e non avevamo musica da suonare. Negli ultimi 5 anni abbiamo costruito un repertorio tratto dai maggiori compositori classici, come se il settetto fosse esistito anche nel corso della storia della musica. Abbiamo registrato i brani in una serie di dischi per l'etichetta Naxos e li utilizziamo per costruire la scaletta dei concerti che eseguiamo in tutto il mondo".
Con quale obiettivo? "Con Septura, vogliamo dimostrare che gli ensemble di ottoni sono in grado di eseguire la musica da camera come, per esempio, il quartetto d'archi o il piano. Lo facciamo prendendo importanti opere originariamente scritte per altri strumenti, come il Quartetto n. 8 di Shostakovich o Préludes per pianoforte di Debussy, e ripensandole per il settetto di ottoni. Usiamo tutti gli strumenti a nostra disposizione (inclusi molti muti) per catturare davvero l'essenza musicale e l'ampiezza dei colori dei pezzi originali. Il nostro obiettivo è che l'ascoltatore creda che si stia suonando un pezzo originariamente scritto proprio per ottoni". I vostri primi sette album hanno ottenuto grande attenzione in questo ambito musicale: vi aspettavate questo successo? "Ci ha fatto piacere essere stati accolti così bene: abbiamo studiato e sperimentato a lungo prima di realizzare la nostra prima registrazione, per assicurarci di ottenere il miglior risultato artistico possibile sin dall'inizio. In questo senso speravamo che gli album avessero successo, è meraviglioso vedere che le persone in tutto il mondo li ascoltano. Siamo particolarmente entusiasti della nostra nuova registrazione dello Schiaccianoci di Ciajkovskij, con la voce narrante di Sir Derek Jacobi che a fine anno".
Qual è la forza di una formazione come la vostra giocata su sette ottoni? "Il settetto di ottoni può creare un suono espressivo unico ma è anche in grado di produrre una vasta gamma di colori e dinamiche. Ciò significa che può suonare tutti i tipi di musica scritta originariamente per altri strumenti e dare nuova vita a questi brani. Stiamo lavorando sempre più con compositori viventi, questo ci sta anche dimostrando che siamo solo all'inizio della comprensione di cosa è capace di fare una formazione di settetti". | |
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