Tigri e crimini: Tiger King, fenomeno trash
Oltre 34 milioni di spettatori negli Usa in 10 giorni (tra gli appassionati anche Kim Kardashian, Jared Leto e Kevin Bacon); un'invasione sui social di commenti, battute, teorie, accuse, meme (immagini e brevi video umoristici e satirici); decine di approfondimenti sui media, compresi articoli di moda sugli stili dei protagonisti. Sono il riflesso dell'enorme successo popolare di Tiger King, la docuserie true crime in 7 puntate (più un 'aftershow' di approfondimento appena reso disponibile) di Netflix firmata da Eric Goode e Rebecca Chaiklin.
E' il ritratto di un mondo colorato, folle e violento, di eccessi e disagio, ossessivo e costruito sulle sopraffazioni, che ha come protagonista il 57 enne Joe Exotic, alias di Joseph Allen Maldonado-Passage, proprietario del G.W Zoo in Oklahoma, che è arrivato ad avere oltre 1200 fra tigri (pare oltre 220), leoni, orsi e scimmie, specializzato nell'allevamento di cuccioli di tigre e leone che vendeva a espositori, fiere e privati, che spesso gli facevano fare una brutta fine. Il documentario a puntate, girato in cinque anni, si concentra sullo scontro fra Joe Exotic, "un bifolco gay armato e con il taglio di capelli alla tedesca" come si descrive lui stesso e Carole Baskin, che si dedica (anche con l'appoggio della Peta) alla salvaguardia dei grandi felini sfruttati per fini commerciali, con il suo centro 'Big Cat rescue', attività non priva di ombre. La faida porta Joe, che nel 2015 si era anche candidato prima alle presidenziali Usa (il che ha fatto fiorire nel pubblico i paragoni con Trump) e poi come governatore dell'Oklahoma, a finire in prigione, con una condanna a 22 anni per abusi sugli animali e l'aver commissionato l'omicidio (poi saltato) della 'nemica'.
Goode e Chaiklin, partiti dall'idea di raccontare con un taglio originale, il paradosso della presenza in Usa di un numero tra le 10 mila e le 25 mila tigri in cattività, a confronto con le meno di 4000 in libertà nel mondo, dicono hanno messo in luce un universo trash pieno di abusi e a sfondo criminale, di cui non immaginavano l'esistenza: "All'inizio era in qualche modo divertente, poi è diventato veramente dark" hanno spiegato a Hollywood Reporter. Una realtà che diventerà presto anche una serie fiction, ispirata dal podcast sulla vicenda intitolato Wondery: la stella del Saturday Night Live, Kate McKinnon, sarà Carole Baskin mentre non si è ancora scelto Joe Exotic (lui vorrebbe per interpretarlo David Spade o Brad Pitt).
I tratti cupissimi nella storia reale non mancano: Joe Exotic, a amante dei riflettori, è un appassionato d'armi e di ragazzi (ha avuto quattro mariti, di cui due sposati insieme, e uno è scomparso tragicamente) a cui forniva anche droghe.
Sceglieva come collaboratori giovani dal passato difficile che potesse dominare (una delle addette agli animali, che nello zoo ha perso metà braccio, continua a difenderlo). Una realtà riflessa anche da un'altra delle figure al centro della docuserie, Bhagavan Doc Antle, fornitore di animali selvatici per i film di Hollywood e proprietario di un altro grande zoo, dove si circonda di ragazze molto giovani che diventano spesso anche sue partner sessuali, in quella che definisce una 'grande' famiglia. Inoltre il pubblico si è scatenato sul passato, rievocato dai documentaristi, di Carole Baskin, che alcuni sospettano abbia ucciso il suo secondo marito, Don Lewis, facendo sparire il corpo, tra le tigri nel suo centro. L'accusa (rilanciata da Joe Exotic e dalla famiglia di Lewis) non è mai stata provata e non c'è stato un seguito giudiziario ma Carole Baskin è diventata per molti la 'cattiva': le continuano ad arrivare messaggi velenosi e anche minacce di morte. La donna, che ha collaborato dall'inizio con i registi pensando fosse un documentario in difesa degli animali, ora si dice tradita dal taglio dato alla storia. Mentre Joe, che ha trovato sui social molti fans (c'è addirittura una campagna, non si sa quanto ironica, per farlo liberare) dalla prigione si dice pentito, sta collaborando con la Peta contro gli altri allevatori di grandi felini e gli dispiace di non essere fuori per godersi la nuova popolarità. Nei giorni scorsi la storia di Joe Exotic è finita anche tra le domande di una conferenza stampa di Trump, che in merito all'ipotesi di concedergli la grazia ha spiegato, sorridendo, di non conoscere la vicenda ma che le darà un'occhiata.