Arriva Zerocalcare a Cles, segreti e consigli del disegnatore best-seller dell'armadillo
Sabato sarà in piazza con uno spettacolo di musica e disegni con Giancane: da Propaganda Live a Netflix con bravura e impegno politico, perché «il contenuto è importante, non basta saper disegnare bene»
CLES. Con il graffio della sua matita ed il suo immaginario, Zerocalcare è diventato uno degli artisti del fumetto più popolari in Italia. Aretino, ma romano d'adozione, classe 1983 Michele Rech, in arte Zerocalcare, ha saputo conquistare un pubblico trasversale spaziando dai suoi albi e libri a fumetti portati anche sul piccolo schermo da Propaganda Live a Netflix.
Un' occasione per incontrarlo da vicino sarà quella di sabato prossimo a Cles in occasione dell' evento di chiusura della mostra di fumetto "Sbam!" che ha raccontato l'adolescenza attraverso le tavole dei più grandi fumettisti italiani. Zerocalcare sarà protagonista della serata nella piazza del Municipio di Cles, alle 21.30, insieme al songwriter romano Giancane, accompagnato dallo spettacolo di live-drawing del fumettista. Zerocalcare nel pomeriggio di sabato, dalle 15 alle 17 a Palazzo Assessorile, incontrerà i suoi lettori per il firmacopie dell'ultima raccolta "Niente di nuovo sul fronte Rebibbia".
Zerocalcare cosa avete in mente lei e Giancane per il live drawing di sabato a Cles?
"In teoria dovrei prepararmi in anticipo, di solito cerco di chiedere a Giancane qualche giorno prima la scaletta del concerto per avere un'idea di quello che farà lui così da regolarmi, non voglio correre il rischio di non sapere cosa disegnare. Siamo però delle persone estremamente disorganizzate e al momento non ci siamo ancora parlati ma conto sul fatto che verremo in Trentino insieme quindi ho il tempo del viaggio per rifletterci".
Spazio dunque all'improvvisazione?
"In verità non mi piace molto improvvisare perché sono una persona molto ansiosa e poi non sono disegnatore super-bravo per cui uno ammira la mia abilità mentre disegno. Inoltre ho bisogno dei tempi di scrittura, di riflettere sulle cose, sono molto cerebrale. Non sono uno con la risposta pronta, quindi preferisco avere tutto pronto prima. Il problema è che sono anche una persona disorganizzata e le due cose fanno un po' a cazzotti tra di loro".
Cosa pensa del rapporto dei giovani coi fumetti?
"Secondo me non è un rapporto particolarmente privilegiato rispetto a quando ero un ragazzo io. Per tanto tempo è stato il media dei giovani ma non perché sia così adatto a loro ma semplicemente perchè da bambini ci veniva messo in mano Topolino o il Corriere dei Piccoli e quindi si acquisiva molto presto una certa dimestichezza. Sono rimasto impressionato quando qualche anno fa sono stato in una classe di un liceo artistico e ho notato che c'erano pochissime persone che si dedicavano ai fumetti. Credo che il target si sia spostato verso un'età più grande. Per fortuna sono arrivati i manga che hanno un grosso seguito tra i ragazzini. Sono davvero un asso pigliatutto per un sacco di gente e quindi hanno riportato il fumetto tra i più giovani anche se resto convinto che non sia il loro media".
Con quali fumetti è cresciuto Zerocalcare?
"La mia formazione è molto pop. Sono cresciuto con Topolino e la Disney che mi sono portato anche in età adulta. Poi ho letto tantissimo il fumetto umoristico italiano come Sturmtruppen, Cattivik o Lupo Alberto. Sono cresciuto anche con i manga degli anni novanta come Dragonball e con l'Uomo Ragno o gli X-Men della Marvel".
Dai fumetti è passato ai corti animati di "Rebibbia quarantine" presentati durante "Propaganda live".
"Ho vissuto questo passaggio con molto divertimento. E' iniziato tutto col lockdown e per me è stato un modo per impiegare il tempo e per provare a fare cose nuove visto che a casa avevo il tempo per sperimentare. E' stato un momento iper-stimolante perché avevo un feedback immediato sostanzialmente da un paese intero perché vivevamo tutti la stessa condizione, quindi era veramente qualcosa che mi dava molta energia in quel periodo. Non mi aspettavo il successo che ho avuto perchè inizialmente era qualcosa che ho fatto per me stesso, i corti di Rebibbia Quarantine dovevano essere trasmessi solo sui miei canali social. Poi quasi per un caso fortuito sono finiti in tv su Propaganda Live che ha dato un'eco maggiore alle mie storie".
Poi lo scorso anno è arrivata la serie uscita su Netflix che ha riscosso un notevole successo: come si è trovato in questa dimensione?
"Dal punto di vista del lavoro molto bene perchè ho avuto molti mezzi a disposizione e ho lavorato con ottimi professionisti che hanno fatto un lavoro splendido e hanno rispettato le mie idee. Dal punto di vista di gestione dei giornalisti molto male perchè non ero preparato al fatto di dover stare attento a ogni sillaba che dicevo che poteva essere usata per creare polemiche. Ne avevo sottovalutato la portata ma ora che ne sono consapevole sto più attento. Comunque sto già lavorando ad una nuova serie su Netflix anche se non so quando uscirà".
Crede che le piattaforme streaming possano contribuire a dare maggiori opportunità alla creatività o tolgano spazi come accade ad esempio al cinema sul grande schermo?
"Da appassionato di serie tv sono contento dell'offerta che danno: per me sono la salvezza e mi accompagnano durante la mia giornata. Le serie si guardano in tv quindi le piattaforme vanno benissimo. I film preferisco vederli al cinema perchè mi concentro di più, le cose sedimentano meglio e mi piace proprio andare in sala a vederli. Ciò non significa che le piattaforme siano il male ma solo che ognuno dovrebbe pensare a cosa ha senso vedere a casa o al cinema".
Quanta musica c'è nei suoi fumetti?
"La musica è forse il motivo principale per cui ho deciso di passare ai cartoni animati. La scelgo tutta io perché voglio proprio imporre allo spettatore le canzoni a cui pensavo mentre scrivevo la sceneggiatura e cercavo di creare una determinata atmosfera. Sono consapevole che associo alcuni significati a certe canzoni perché richiamano dei ricordi personali, legati a un certo periodo della mia vita e che magari ad altri non suscitano le stesse emozioni ma non importa, continuo a proporre quello che sento io".
"No sleep till Shengal" è il libro di cui ha annunciato l uscita tra qualche mese.: di cosa si tratta?
"E' una specie di diario di viaggio di un viaggio fatto a giugno dell'anno scorso appunto a Shengal, nel nord dell'Iraq. Questo territorio è abitato dagli Ezidi che insieme ai Curdi hanno attuato una vera e propria rivoluzione mettendo al centro la questione della liberazione della donna, della convivenza tra tutti i popoli. In questo momento sono minacciati dalla Turchia che li bombarda quotidianamente e dallo stato centrale iracheno".
Mentre siamo, giustamente, concentrati sulla barbara invasione dei russi all'Ucraina rischiamo appunto di dimenticarci appunto dei Curdi e degli Ezidi.
"Mi sembra che per ridisegnare gli equilibri post guerra in Ucraina, cioè per annettere alla Nato Svezia e Finlandia e tenerci Erdogan buono come mediatore, di fatto stiamo accettando le sue condizioni, cioè di sacrificare i curdi. Secondo me stiamo gettando le basi per altre crisi che di sicuro andranno a rovesciarsi su di noi perché sappiamo che il ritorno dello jihadismo in quelle zone avviene proprio quando lo si lascia crescere".
Un consiglio a un ragazzo che vuole avvicinarsi oggi al mondo del fumetto?
"Innanzitutto l'autodisciplina, cioè finire le cose che si cominciano. Quando sei agli inizi e non hai un committente è facile disamorarsi di un fumetto alla terza tavola, passare ad altro e poi interrompere di nuovo e così via. Nessuno però ti darà mai credito finché non presenti un lavoro completo. Il secondo consiglio è di puntare sui contenuti. In questo momento storico i giovani raggiungono dei livelli tecnici altissimi perchè sono bombardati di immagini, tutorial, instagram ma proprio perchè sono molto giovani non hanno ancora vissuto abbastanza per esprimere delle idee profonde. Quindi oltre alla tecnica consiglio di investire molto anche sul contenuto".