Parole e musica raccontano il nuovo spettacolo teatrale di Marco Paolini
L’autobiografico «Sani! Teatro fra parentesi» arriva sul palco sabato 28 gennaio all’auditorium Santa Chiara di Trento
TRENTO. Le tragicomiche conseguenze del suo primo (e unico) incontro con Carmelo Bene nel 1983 che ha cambiato la sua direzione teatrale e subito dopo la contemporanea crisi della guerra fredda che ebbe come protagonista Stanislav Petrov.
Sono queste alcune delle storie raccontate da Marco Paolini in “Sani! Teatro fra parentesi” uno spettacolo autobiografico che cuce insieme appunto storie vecchie e nuove, impreziosite dalle canzoni e dalle musiche di Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi in scena sabato 28 gennaio Auditorium S.Chiara (Ore 20.30).
Come dice l’autore: “Sani è parola che canta, concerto, ballata popolare che in un dialogo stretto alterna storie e canzoni. Così in Sani ogni storia e ogni canzone raccontano qualcosa, alcuni temi si intrecciano ma la trama resta leggera come deve essere in un concerto. In questo spettacolo dell’attore veneto si parte dai temi di fondo della crisi climatica e della transizione ecologica.
Si parte e si finisce con due storie già narrate ne La Fabbrica del Mondo, il progetto di Marco Paolini e Telmo Pievani trasmesso da Rai3 a gennaio 2022. Il filo conduttore che lega le storie narrate sul palco da Paolini è autobiografico. Nelle sue storie racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate. Sulla scena un enorme castello di carte mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale, ma la prosa del racconto televisivo a teatro si fa ballata, permette salti e capriole.
In rapida successione, passando attraverso memorie più lontane, si arriva alla crisi, al lockdown del 2020. Il racconto iniziale e quello finale, Cattedrale, sono coerenti con il pensiero guida de La Fabbrica del Mondo: non basta avere consapevolezza, in una crisi servono coraggio e immaginazione, perché tornare a prima non si può, desiderarlo è umano ma non è utile, né pratico.
“Sani - dice ancora Marco Paolini - è un’espressione usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, nella valle del Piave. Viene da Salus, riassume il senso del teatro per questo tempo, un teatro che mette insieme creando ponti. Sani! è un abbraccio, un augurio, un invito a provarci, un tonico contro la solitudine in forma di ballata popolare. Il punto esclamativo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo teatro fra parentesi”.