La protesta dei contadini al Brennero «Chiudono 60 stalle e fattorie al giorno»
Dall’inizio della crisi sono state chiuse in Italia oltre 172.000 stalle e fattorie, ad un ritmo di oltre 60 al giorno. È quanto emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti al valico del Brennero dove migliaia di agricoltori protestano contro il falso Made in Italy alimentare.
Dall’inizio della crisi sono state chiuse in Italia oltre 172.000 stalle e fattorie, ad un ritmo di oltre 60 al giorno. È quanto emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti al valico del Brennero dove migliaia di agricoltori protestano contro il falso Made in Italy alimentare.
La perdita di 172.000 stalle e fattorie ha effetti drammatici sull’economia, sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale. Questa la tesi di Coldiretti, che ha chiamato agricoltori e allevatori al Brennero «per fermare i traffici di una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca alle schifezze alimentari».
Intanto a Bruxelles si sono mobilitati i giovani della Coldiretti e le altre organizzazioni agricole per chiedere un cambiamento delle politiche europee in occasione del consiglio dei ministri dell'agricoltura della Ue.
Sono oggi meno di 750 mila le aziende agricole sopravvissute in Italia, calcola Coldiretti. ma se l’abbandono continuerà a questo ritmo, in 33 anni non ci sarà più agricoltura lungo la Penisola, «con conseguenze devastanti sull’economia e sull’occupazione e sull’immagine del Made in Italy nel mondo ma anche sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini».
«Bisogna cambiare verso anche in agricoltura - prosegue Coldiretti - dove la chiusura di un’azienda significa maggiori rischi sulla qualità degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione».
«Sono questi - ricorda Coldiretti - i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente».
La manifestazione al Brennero prosegue anche domani, martedì 8 settembre.