La «Lobby toscana» domina il Vinitaly
Non è l’effetto dell’ormai nota lobby toscana della politica italiana. Il «Giglio Magico» di renziana memoria non c’entra con il dominio toscano al Vinitaly. È la più nutrita la pattuglia toscana al Vinitaly a Verona: 701 tra cantine, consorzi ed operatori, il 17% dei 4.500 presenti e un centinaio in più dei 594 del Piemonte, altra regione di grande tradizione enologica. La fiera che terrà banco fino al 13 aprile si apre dopo un anno, il 2015, che ha segnato la ripresa dell’export vitivinicolo italiano e una crescita in particolare per la locomotiva toscana, che segna un +18,5% nei dati provvisori Istat e addirittura un +22% nelle elaborazioni e proiezioni realizzate da Toscana Promozione fino a settembre.
La media italiana è del 5,4%. All’estero la Toscana ha venduto nel 2015 vino per oltre novecento milioni: numeri che la portano molto vicina al Piemonte, da anni secondo incontrastato alla spalle del Veneto ma che nel 2015 ha perso quote. «Il vino toscano è l’ambasciatore nel mondo del paesaggio e della qualità dei nostri prodotti agroalimentari» sottolinea il governatore Enrico Rossi, che domani mattina, sarà a Verona per l’inaugurazione del Vinitaly. «Ed oggi il nostro vino pesa ancora di più di qualche anno fa nel paniere nazionale» aggiunge.
La Toscana ha infatti aumentato il proprio peso, passando dal 14,8% del 2014 al 16,7% del 2015. Il vino toscano prende in grande la via dell’estero e non sono solo europei i mercati di sbocco. Stati Uniti, Germania, Canada, Regno Unito e Svizzera sono ai primi cinque posti nelle destinazioni dei rossi a denominazione di origine, i più famosi, subito dopo arriva il Giappone e un pò più in basso, nona, la Cina, che è il mercato più inseguito. L’export del vino toscano nei paesi extra Ue viaggia di fatto a velocità tripla rispetto al resto d’Italia: il 29,4% secondo Nomisma Wine Monitor, contro il 9% nazionale. Si tratta di un vero treno, ma accanto a tanti buoni numeri c’è addirittura una fama e un immaginario che li supera: secondo un recente sondaggio condotto su un campione di giovani americani tra venticinque e trentacinque anni, la Toscana è infatti la regione vinicola italiana più conosciuta negli Stati Uniti e stacca di gran lunga Sicilia e Veneto.
Quattro denominazioni festeggeranno al Vinitaly 2016 i trecento anni dal bando del granduca Cosimo III dei Medici che ne fece nel 1716 la prima Doc al mondo, quando le denominazioni di origine e i consorzi di tutela ancora chiaramente non esistevano: sono il Chianti, il Carmignano, il Pomino e il Valdarno di sopra, ovvero i vini della zona di Rufina.